La video-recensione di A snake of June
Attenzione, contiene spoiler! Se dovete ancora vedere il film, vi consiglio di ascoltarla dopo averlo visto.
La trama di A snake of June (con spoiler)
A snake of june racconta la storia di una giovane donna che fa assistenza psichiatrica telefonica. È sposata con un uomo più anziano col quale vive una vita tranquilla, ma quasi senza emozioni.
Un giorno aiuta un uomo a cercare una ragione per vivere, salvandolo così dal suicidio (scoprirà più tardi che il suo tracollo psicologico era dovuto alla scoperta di avere un tumore incurabile).
Poco tempo dopo riceve delle fotografie che la immortalano mentre si sta masturbando; il fotografo si rivela essere l’uomo che ha salvato dal suicidio. Viene quindi contattata e, dietro il ricatto di consegnare le foto al marito, si lascia convincere a vestirsi in modo provocante e a compiere atti di erotismo. L’uomo, semplicemente osservandola, riesce anche a intuire che lei abbia un tumore al seno e scopre così che la donna non vuole curarsi per paura di dover ricorrere a una mastectomia e non essere più perfetta agli occhi del marito. Il marito, peraltro, sembra accettare con indifferente egoismo questa decisione, quasi che la morte certa della moglie non gli importi granché.
Quando il marito trova le foto erotiche e pedina la moglie, viene scoperto dal fotografo, picchiato e messo di fronte alla sua dura realtà famigliare. Sanguinante e pieno di lividi, l’uomo rincasa e fa l’amore con la giovane moglie.
Un thriller erotico che cela un dramma famigliare
A snake of June è un thriller erotico, ma anche un dramma famigliare girato alla maniera di Tsukamoto, ovvero con primi piani strettissimi, steadycam e scene visivamente violente – benché non accada nulla di violento. Il regista giapponese cura come al solito molti aspetti: regia, soggetto e sceneggiatura, produzione, fotografia, montaggio e scenografie, oltre a comparire come attore nel ruolo del fotografo.
Il titolo, apparentemente criptico, si spiega così: Snake, in italiano “serpente”, fa riferimento all’immaginazione di Tsukamoto che pensa alle donne come a creature con un serpente in corpo, simbolo di sensualità, sinuosità e, forse, anche di imprevedibilità. June è il mese in cui è ambientato: in Giappone è il mese delle piogge e della fioritura delle ortensie. Proprio la pioggia e le ortensie sono due elementi naturali ricorrenti nel film, e se la pioggia richiama la malinconia, lo scorrere del tempo e della vita, ma anche la purificazione, le ortensie sono simbolo dell’amore passionale e il loro blu caratterizza tutto il film, che infatti è girato in un bianco e nero virato al blu.
La grandezza di A snake of June sta anche nel percorso che sono indotti a fare i coniugi. Il fotografo, che inizialmente sembrava un pervertito intenzionato a soggiogare la donna, si rivela una figura positiva: il suo operato, in apparenza malsano, è il suo modo per restituire il favore all’assistente psichiatrica che gli ha salvato la vita, e finisce per salvarle la vita e il matrimonio. Infatti la donna viveva una vita misurata, quasi nell’ombra, reprimendo un bisogno di sensualità e sessualità che ogni tanto traboccava in momenti di autoerotismo. Spingendola ad affrontare la sua natura di donna passionale e sensuale, il fotografo la libera dai lacci che si era autoimposta. Di fronte a questa realtà, anche il marito apre finalmente gli occhi, capendo quanto meschina fosse la sua vita e lasciandosi andare alla passione con la moglie.
Insomma, A snake of June è un film che dietro una maschera di tensione e perversione cela una storia di gratitudine e di rinascita personale e di coppia.
Un film breve: sono solo 73 minuti, ma di grande cinema.
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