The Airborne Toxic Event: la recensione dell’album d’esordio della band californiana

29 Apr 2011 | Ho ascoltato | 0 commenti

Killers, Franz Ferdinand, Block Party, Kaiser Chiefs, Fratellis, Strokes, Razorlight, Kasabian vi dicono nulla? Gli Airborne si innestano sul solco tracciato da queste band, senza innovare nemmeno più di tanto un sound ormai vecchio come il cucco.

Cos’hanno in più (o in meno) gli Airborne Toxic Event? La voglia e la grinta dei perfetti sconosciuti, e un pizzico di sano perfezionismo. Non che i gruppi di cui sopra siano pezze da piedi (apprezzabili alcuni album dei Killers – prima dell’ultima zozzeria Day & Age che ha avuto un successo planetario – il pop-rock melodico dei Razorlight, la spregiudicatezza dei Fratellis, ecc.), ma questi signori californiani con il loro The Airborne Toxic Event datato 2008 hanno infilato 10 canzoni di rara intensità.

The Airborne Toxic Event, cover copertina albumComincio dalla fine: la conclusiva, struggente Innocence parte in sordina poi cresce, cresce, cresce! Uno schema che per la verità si ripete in quasi tutte le loro canzoni, ma in Innocence si fa travolgente.

I brani migliori di questo album sono… tutti. La band non era solo all’apice dell’ispirazione e della creatività, ma aveva già raggiunto un’intelligenza compositiva tale – supportata da un produttore molto astuto – da non lasciare al caso nemmeno un dettaglio. È così che nascono i capolavori Wishing Well, Sometime Around Midnight, Missy e la citata Innocence, accompagnati da brani di seconda fascia che potrebbero essere tranquillamente singoli di punta di altre band (penso a Gasoline, Papillon e Something New). Se proprio devo trovare un punto debole indico il brano centrale, This Is Nowhere, che raccoglie spunti sviluppati meglio in altre tracce.

The Airborne Toxic Event è un album di soli 37 minuti – ma ce n’è una versione con 3 dignitose bonus track – distribuiti su dieci canzoni: 10 come il voto che merita.

PS: tre anni dopo, il 26 aprile 2011, i The Airborne Toxic Event pubblicano l’attesissimo (almeno da me) secondo album: All at once. Dai primi ascolti posso dire che:

  1. sono riusciti a non “coverizzare” sé stessi (vedi il caso Strokes)
  2. la qualità ha subito una leggera flessione, com’era lecito aspettarsi, tuttavia ci sono almeno un paio di brani da far ascoltare ai vostri figli: All At Once Changing
  3. l’album presenta i primi “lenti” della band: sinceramente mi aspettavo di meglio, anche se la conclusiva The Graveyard Near the House è davvero un gran pezzo

Ascolta Sometimes around midnight live al David Letterman Show

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=lTctlgFCtXE[/youtube]

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