Sono nato nel 1983, o almeno questo è quello che mi hanno detto. Da piccolo sognavo di fare il soldato, poi il frate, quindi il contadino, ma più di tutti il soldato. Sarà perché porto il nome di un santo che faceva il soldato, anche se la spada l’ha usata per condividere il mantello con un povero.
Sono stato un bambino vivace, fin troppo. Sarà per quello che poi ho avuto un’adolescenza tranquilla, fin troppo. Finita l’università ho cominciato a fare le cose che di solito tutti fanno all’università (no, non vi dico quali). Poi, contro ogni mia aspettativa, mi sono sposato. Ed è nato un figlio. Da allora la vita è un casino. Bella un casino, dura un casino.
Quando avevo tanto tempo per me, scrivevo racconti. Nove sono finiti su Da un paese lontano, la mia prima pubblicazione, altri tre su I demoni della campagne. Molti sono ancora nel cassetto, in attesa che mi decida a proporli a qualche casa editrice.
Da quando c’è Pietro ho pochissimo tempo per me, e ho scritto il mio primo romanzo.
La vita è un bel mistero. Non posso dire di averci capito molto, ma una cosa l’ho imparata: se vivo per me stesso, godo la metà. La vita mi è stata regalata, la cosa migliore che posso fare è donarla a mia volta, ogni giorno.