Il mariachi è un suonatore di musica tradizionale messicana che predilige gli strumenti a corda. Il nostro è un mariachi solitario che suona la chitarra e ha una voce d’angelo. Come il padre e come il nonno, gira di città in città in cerca di un contratto per suonare nei ristoranti e nei bar.

In città arrivano due mariachi: quello vero e un criminale che si vuol vendicare di un boss. Entrambi sono vestiti di nero, entrambi hanno una custodia nera per chitarra, solo che uno ci tiene le armi. Gli sgherri del boss, che non conoscono la faccia del loro nemico, scambiano il suonatore per il killer e inizia così una caccia all’uomo sbagliato.
I soldi erano pochi, gli attori un bel po’ rustici, i mezzi tecnici ridotti al minimo. Eppure è l’essenza di quel che deve essere un film d’azione. Brutti ceffi violenti e spietati, inseguimenti e un filo di humor per non prendersi troppo sul serio. Il tutto in 75 minuti.
In più c’è Rodriguez con le sue inquadrature impossibili, i personaggi assurdi (le tre ragazzotte col mitra), gli sketch ridicoli (la pianola che imita un’orchestrina mariachi), e 2-3 canzoni messicane che s’ascoltano che è un piacere.
Per carità, non è un capolavoro, ma una chicca rigorosamente extra-hollywoodiana da gustare con gli amici.
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