Prima di Kraa!: Aaron Osborne e Zarkorr! The invader
Aaron Osborne è uno scenografo di successo (Kiss kiss, bang gang e Mi chiamo Sam) che ha provato a fare il regista. Con esiti terrificanti: Kraa! – Il mostro marino è il suo ultimo film; prima aveva diretto anche Zarkorr! The invader (1996) e Caged heat 3000 (1995), tutta monnezza d’autore che meriterebbe di stare su questo sito se solo un Bill Gates di turno mi passasse due spiccioli per scrivere scemenze.
Partiamo dall’inizio. Anzi, no: perché Caged heat 3000 – titolo che promette tantissimo e che si può fregiare di una locandina da porno fantascientifico – non l’ho visto e chissà se e quando lo vedrò, ma Zarkorr! sì ed è questo che importa per recensire degnamente Kraa!.


Sia Zarkorr! che Kraa! raccontano dell’arrivo sul pianeta Terra di un gigantesco mostro dai modi tutt’altro che gentili. In entrambi i casi la risolve il signor nessuno e i sopravvissuti vivono felici e contenti. Come dite, due film uguali? Non proprio. Ok, i mostri hanno entrambi un nome la cui lettera finale raddoppia, entrambi i titoli aggiungono un punto esclamativo, come se il nome del mostro fosse anche un grido di battaglia, ma tra Zarkorr! e Kraa! c’è un abisso.
Non che Zarkorr! sia un capolavoro, non fraintendetemi: è un B movie che scimmiotta titoli più nobili e paga dazio a livello tecnico prima ancora che creativo. Tutto sommato Zarkorr! è una merda che non intasa il gabinetto: un onesto 4 in pagella, rimandato a settembre.
Peccato che il settembre di Aaron Osborne sia Kraa! – Il mostro marino.
La trama di Kraa! – Il mostro marino
Lord Doom è intrappolato sul Pianeta Nero. Per fuggire incarica il suo aiutante nano di invadere un pianeta del sistema solare inviando Kraa, “la bestia guerriera”.


La polizia planetaria – gente in tutina – non può intervenire per fermare Kraa, “un distruttore mercenario non molto intelligente, ma decisamente cattivo”, perché la loro stazione è stata messa fuori combattimento da Lord Doom. L’unica speranza è Mogyar, un agente della polizia planetaria senza esperienza né attrezzature che si trova sulla Terra.


Poco dopo scopriamo che Mogyar è un mostriciattolo alieno alto 50 centimetri che parla con accento napoletano. Quello che può distruggere Kraa si trova nel “celebre” Istituto di fissione nucleare di Napoli, ma lo scugnizzo Mogyar atterra per sbaglio in New Jersey. Qui verrà aiutato da un motociclista che ha frequentato 2 anni di Medicina e da una barista afroamericana di mezza età a dribblare l’opposizione di una polizia governativa (FBI?) che vuole catturare e studiare il buffo alieno.


Prima dello scontro finale, vediamo Kraa distruggere giganteschi modellini di città, tra le urla terrorizzate di persone che si vedono; memorabile la scena in cui Kraa sfonda un enorme manifesto pubblicitario di Godzilla, forse l’unico momento riuscito del film (nello stesso anno, infatti, uscì il Godzilla di Roland Emmerich).
“Cervellone, capellone e pancione: grande in tutto”
Mi pare che questa frase pronunciata dal motociclista contenga l’essenza del film: gigantismo, ironia infantile, (inutile) sforzo mentale per creare un film disastroso.
La povertà degli effetti speciali, peggiori di un film degli anni ’50, insieme una vena umoristica di stampo demenziale finiscono per rendere Kraa! – Il mostro marino un film divertente. Il livello di trash è così elevato da sembrare una parodia della parodia.


La distruzione finale di Kraa è un pasticcio clamoroso: il mostro scompare in una nube di luce e noi possiamo solo intuire la sua distruzione, perché non viene mostrato nulla, nemmeno un personaggio che esulti per aver salvato l’umanità. I due eroi terrestri, motociclista e barista, non compaiono più sullo schermo, spezzandoci il cuore. Siamo invece costretti ad assistere al ridicolo combattimento a mani nude tra il capo della polizia planetaria e Lord Doom: in un mondo dove c’è il teletrasporto, ci saremmo aspettati quantomeno una spada laser.
La penna dietro la macchina da presa: Neal Marshall Stevens
Il (de)merito di Kraa! va suddiviso in parti uguali tra il regista Osborne e lo sceneggiatore Neal Marshall Stevens.
Neal Marshall Stevens è un autore di lungo corso che ha firmato una cinquantina di pellicole impresentabili con un unico successo, I 13 spettri (2001) che non è abbastanza brutto per meritare una visione. Il buon vecchio Neal, per pudore o per sfuggire ai creditori, ha usato spesso e volentieri lo pseudonimo di Benjamin Carr e, dal 2014, di Roger Barron; fanno eccezione quella manciata di film in cui il suo compenso superava il costo di una pizza + bibita e allora ci ha messo la faccia, cioè la firma “vera”.
Nomi da tenere d’occhio, quelli di Neal Marshall Stevens, Benjamin Carr e Roger Barron, perché una produzione di così basso livello merita un posto nella Hall of Fame del Filmbrutto.
Guarda Kraa! – Il mostro marino gratis su YouTube
Kraa! dura solo 66 minuti, titoli di coda inclusi, il ché lo rende appetibile come film da proporre (a tradimento) a parenti e amici: anche i più grandi fan di Bergman e Kubrick ne usciranno quasi senza soffrire, se non addirittura divertiti.
PS: Kraa! – Il mostro marino ha un temutissimo e (spero) irreperibile seguito: Planet Patrol del 1999.
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