Ecco un film che ha più titoli che voti in pagella: “Safari senza ritorno” e “Horror safari”. Ebbene sì: titoli 2, voto 1. A parte che “Safari senza ritorno” non ha senso: dal safari tornano ben due volte su due.
Ma i difetti non finiscono qui. Anzi, è solo l’inizio.
La trama: durante la seconda guerra mondiale è andato disperso un carico di lingotti d’oro nella giungla; dopo tanti anni vogliono andarlo a riprendere. Fine.
Ovviamente c’è il Buono, c’è il Cattivo e ci sono i terribili indigeni. Ci sono anche due belle femmine, entrambe invaghite del Buono. Peccato che il Buono abbia sì e no 60 anni portati malissimo e (aggravante) un’espressione alla John Wayne versione triste.
Il film è pieno di errori, di morti inspiegabili e quant’altro, ma supera se stesso in almeno 3 momenti:
- la scena del coccodrillo nel fiume: un coccodrillo aggredisce un indigeno, i due non si sfiorano nemmeno, ma l’indigeno muore. Personalmente è la scena peggiore che abbia mai visto in un film
- la ragazza che muore nel laghetto: all’improvviso sbatte le braccia, si dimena, poi muore senza causa apparente. Boh!
- il finale: dopo che non è successo praticamente nulla per 78 minuti, negli ultimi 2 capita di tutto, ma così in fretta e così male che è davvero uno spettacolo spiacevole per gli occhi e per il cuore.
Il film, ahimè, è una produzione italiana del 1982: mentre vincevamo i mondiali, della gentaglia girava sta zozzeria. Così è la vita.
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