Dove vederlo
Sguaiato, provocante e spudorato, è un inno rock alla libertà sessuale, alla fluidità dei generi e dei gusti sessuali. Alcuni momenti musicali eccezionali (e altri meno memorabili) fanno da raccordo a una favola horror frammentaria e completamente demenziale.

Al termine di un matrimonio, Brad Majors e Janet Weiss (Susan Sarandon) si fidanzano e si mettono in viaggio verso la casa del dottor Scott, il professore al cui corso si sono conosciuti. Una foratura li blocca in una strada isolata, bussano dunque alla più vicina casa – un castello gotico! – per fare una telefonata.

Vengono accolti da Riff Raff (interpretato da O’Brien e ispirato a Igor, l’aiutante del dottor Frankenstein) e dalla domestica Magenta, che li conducono nel salone dove un’accozzaglia di gente stramba, quasi dei freaks, stanno festeggiando. Con il loro ingresso parte il ballo scatenato del Time warp: è il momento musicale più alto del film, nonché uno dei più divertenti.
Subito dopo fa il suo ingresso Frank-N-Furter (un eccezionale Tim Curry), carismatico scienziato che si rivela un travestito e invita i suoi sbalorditi ospiti a visitare il laboratorio dove sta per dare la vita alla sua creatura: Rocky, un biondo muscoloso destinato a diventare il suo amante.

Il film va avanti fra trovate demenziali in salsa horror, scene bizzarre e gag non sempre riuscite, con sporadici e caratteristici interventi del criminologo, che ha il ruolo di narratore, fino al micidiale finale.

Il finale di The Rocky Horror Picture Show
The Rocky Horror Picture Show è, in estrema sintesi, la storia di un extraterrestre, Frank-N-Furter, che rompe i tabù sessuali non solo della tradizionalissima coppia Brad e Janet, ma anche dell’integerrimo dr. Scott, introducendoli ai piaceri del sesso, del travestitismo e della bisessualità. Ma poi, visti gli eccessi di Frank-N-Furter, Riff Raff e Magenta lo eliminano e riportano il castello nel pianeta Transexual della galassia Transilvania (ebbene sì, erano alieni!). Brad, Janet e il dr. Scott restano sulla Terra, malconci e disorientati. Il film si chiude con la terribile frase del criminologo:
“E striscianti sulla superficie della Terra, degli insetti, chiamati la ‘razza umana’… Persi nel tempo. Persi nello spazio. E nel significato.”
Dopo aver assistito a un film così demenziale e sguaiato, lo spettatore si trova a fare i conti con una frase tremendamente seria come questa. “Persi nel tempo. Persi nello spazio. E nel significato”: parole che cambiano il senso dell’intero film.
Anzi, no, non lo cambiano. Lo completano, dandogli profondità. The Rocky Horror Picture Show resta un inno rock alla libertà sessuale e di genere, ma la sentenza finale è un monito a tutta la “razza umana”: la libertà sessuale e di genere non bastano per trovare il proprio posto nel mondo e dare un senso all’esistenza. Indipendentemente da come si vive la propria identità sessuale, il problema dell’uomo è sempre lo stesso. Ed è un altro.
Arrivato a questo punto a me viene automatico pensare che c’è stato un tizio che ha detto “io sono la via, la verità e la vita”, ma non vorrei condizionare la risposta di nessuno, solo alimentare la ricerca.
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