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Cannibal holocaust (1980)

Recensito sabato 7 Ottobre 2023
Anno: 1980
Durata: 91 minuti
Regia: Ruggero Deodato
Sceneggiatura: Gianfranco Clerici
Produttore: Franco Palaggi, Franco Di Nunzio
Cast: Robert Kerman, Francesca Ciardi, Perry Pirkanen, Luca Barbareschi

Cannibal è nato perché mio figlio, che era piccolo all’epoca, c’aveva 7 anni, mi faceva sempre chiudere il telegiornale perché mi diceva “papà, si vedono sempre morti” – era il periodo dei brigatisti rossi. Quindi io spegnevo, spegnevo volentieri, però ero arrabbiatissimo perché ogni film che facevo me lo censuravano, gli davano il vietato ai minori di 18, mi tagliavano dei pezzi, addirittura un film lo volevano bruciare. Quindi ho detto: devo andare contro i giornalisti perché quelli fanno gli scoop e dove non li trovano, li creano, creano i falsi, come è stato poi per Jacopetti e tanti altri. Quindi mi è venuta l’idea di fare un film del genere, cercando di farlo talmente vero che la gente lo scambiava per un film vero.

Ruggero Deodato

Voto

9

Cannibal è nato perché mio figlio, che era piccolo all’epoca, c’aveva 7 anni, mi faceva sempre chiudere il telegiornale perché mi diceva “papà, si vedono sempre morti” – era il periodo dei brigatisti rossi. Quindi io spegnevo, spegnevo volentieri, però ero arrabbiatissimo perché ogni film che facevo me lo censuravano, gli davano il vietato ai minori di 18, mi tagliavano dei pezzi, addirittura un film lo volevano bruciare. Quindi ho detto: devo andare contro i giornalisti perché quelli fanno gli scoop e dove non li trovano, li creano, creano i falsi, come è stato poi per Jacopetti e tanti altri. Quindi mi è venuta l’idea di fare un film del genere, cercando di farlo talmente vero che la gente lo scambiava per un film vero.

Ruggero Deodato

Guarda la video-recensione su YouTube

La mia recensione, così come il film, ha “vinto” un divieto ai minori di 18 anni (!!!) perciò si può vedere solo su YouTube con utente loggato. Inserisco di seguito la versione “censurata”, dove ho rimosso le immagini più crude. Clicca qui per la versione integrale.

La trama di Cannibal holocaust (senza spoiler)

Quattro giovani reporter si addentrano nella foresta dell’Amazzonia per girare un documentario sulle tribù di cannibali, ma non fanno ritorno. Due mesi più tardi un antropologo viene incaricato di andarli a recuperare. La sua spedizione ha successo e rientra con il materiale girato dai reporter: metri e metri di pellicola che rivelano la tragica verità su quel che è accaduto.

Il film è diviso in due parti:

  • la prima, The last road to hell (l’ultima strada per l’inferno), è incentrata sulle ricerche del professor Monroe; è stata girata in 35 mm – come un film “normale”, per intenderci
  • la seconda, The green inferno (l’inferno verde), è composta principalmente dei video girati dai quattro fotoreporter durante la loro avventurosa spedizione. Per ricreare l’effetto del documentario è stata girata in 16 mm con la macchina a mano, la pellicola è stata graffiata appositamente in alcuni punti per accrescere il realismo.
cannibal holocaust è il primo found footage

Cannibal holocaust, un capolavoro a lungo incompreso

Alla sua uscita nelle sale, Cannibal holocaust ha alzato un polverone che è andato ben oltre le aspettative. Se è vero, infatti, che avevano cercato di impressionare il pubblico con alcuni colpi ad effetto – dalla clausola di non comparire in pubblico per un anno fatta firmare agli attori che interpretarono i reporter all’annuncio della condanna del proiezionista Billy K. Kirov che appare prima dei titoli di coda, un fatto inventato da Deodato – l’indignazione e la protesta che si scatenarono travolsero il film, segnandone in modo indelebile la storia. Ma di questo parleremo nei dettagli più tardi.

Quello che è importante dire fin da subito è che Cannibal holocaust è un capolavoro assoluto, uno degli horror più importanti e influenti nella storia del cinema. Questo principalmente per due ragioni oggettive:

  1. fonda il sottogenere found footage (finto documentario), cioè quel genere di film horror nei quali vengono ritrovate delle riprese amatoriali effettuate da persone scomparse e poi quelle stesse riprese divengono il cuore del film che vediamo. Sono video girati simulando riprese amatoriali, dunque con una qualità audio e video inferiore, movimenti di macchina bruschi, immagini spesso fuori fuoco, ecc. Cannibal holocaust è il primo found footage horror nonché il migliore. La moda del found footage è poi esplosa vent’anni più tardi, in seguito al successo di The Blair witch project (1999) che è chiaramente debitore dell’opera di Deodato.
  2. è indiscutibilmente il miglior film di cannibalismo nonché uno dei più disturbanti horror mai realizzati. Tante sequenze sono davvero impressionanti per il realismo con cui sono state girate, in particolare la scena dello stupro e uccisione di un’adultera da parte di un membro di una tribù e, ancor peggio, una violenza simile perpetrata dai tre reporter uomini ai danni sempre di una indigena. Immagini forti che turbano nel profondo lo spettatore. A queste aggiungiamo le uccisioni (reali) di alcuni animali in diverse scene del film.

Il senso della violenza

il villaggio infuocato in Cannibal holocaust

Fatte queste premesse, vorrei soffermarmi sul senso del film: Cannibal holocaust è un feroce atto di accusa mosso alla “evoluta e moderna” società occidentale, alla sfrenata ricerca di sensazionalismi, notizie ad ogni costo e totale mancanza di rispetto per “l’altro”, per chi è diverso da noi. Durante le prime sequenze, mentre un giornalista ci parla delle tribù di cannibali, vengono inquadrate le strade e i grattacieli di New York, gettando le basi del tema del film: chi sono i veri cannibali? Ma anche, di più: la nostra società, la nostra cultura, sono davvero “migliori”?

New York in Cannibal holocaust

Nel film, infatti, abbiamo due tipi di cannibali: quelli delle tribù sudamericane, che vivono in una forma di società immutata da secoli; e i cannibali di notizie, di risorse, anche di persone, rappresentati dai reporter, dai militari che fanno irruzione nella foresta e più in generale dall’uomo bianco.

Se ci pensiamo bene, oggi, nell’epoca dei social, i cannibali sono aumentati a dismisura nelle società cosiddette “evolute”.

I cannibali sono veri

Gli indios in Cannibal holocaust

Cannibal holocaust è girato a Leticia, un paesino della Colombia al confine con Perù e Brasile: Deodato ha rivelato che si trattava di un importante snodo per il traffico di droga, ma non ha avuto nessun problema coi narcotrafficanti.
Le riprese durarono 4 settimane e si svolsero in condizioni climatiche proibitive. La troupe, composta da circa 15 elementi, si spostava a piedi insieme a delle guide locali che aprivano la strada a colpi di machete.

Tutti i nomi delle tribù citate in Cannibal holocaust sono reali e le loro abitudini sono esattamente quelle che si vedono nel film. Gli animali uccisi durante il film furono poi mangiati dagli indigeni e dalla troupe.

La colonna sonora di Riz Ortolani

Non ci eravamo accorti di aver fatto un film così forte. Io mi sono accorto di che film avevo fatto solo dopo averci messo la musica. Perché la musica di Ortolani era così bella che esasperava le scene.

Ruggero Deodato

Altro punto di forza del film è la colonna sonora di Riz Ortolani, che compone musiche dolci e distensive per accompagnare le scene più violente, sottolineando così l’insensatezza del male commesso dall’uomo.

In altri momenti la scelta è caduta su arie che amplificano l’inquietudine e l’angoscia delle immagini, arrivando in un caso perfino a unire le due anime musicali: quando l’antropologo fa un bagno nel fiume viene raggiunto dalle ragazze indigene, in uno dei rari momenti dove le due culture sembrano incontrarsi e poter convivere, ma subito le ragazze escono dall’acqua e raggiungono una specie di totem composto da scheletri assemblati a vestiti e strumentazione varia di origine occidentale, e la musica da idilliaca diventa straniante, raccontando l’inconciliabilità dei due mondi.

Robert Kerman in Cannibal holocaust

Il cast: Luca Barbareschi sugli scudi

Ci sono alcuni aneddoti curiosi che riguardano il cast di Cannibal holocaust.

Robert Kerman, che interpreta il personaggio principale del film, il professore Harold Monroe, era un attore pornografico: lo stesso Deodato, che ci aveva già lavorato l’anno precedente in Concorde Affaire ’79, l’ha scoperto in un secondo momento.

Luca Barbareschi e Francesca Ciardi hanno avuto la parte principalmente perché conoscevano l’inglese: il film, infatti, è stato girato in lingua inglese con audio in presa diretta, erano quindi necessari attori in grado di recitare in inglese. Bisogna ammettere che i due se la sono cavata alla grande, in particolar modo Barbareschi: il suo ghigno da psicopatico è davvero destabilizzante.

Luca barbareschi in Cannibal holocaust

Gli indios sono stati interpretati dalla popolazione locale; il loro capo seguiva alla lettera le indicazioni di Deodato, che lo istruiva a gesti, ma aveva un debole per la bottiglia e in alcune scene viene inquadrato mentre è completamente sbronzo.

Nel cast anche Paolo Paoloni: il “Mega Direttore Galattico” di Fantozzi interpreta un dirigente televisivo. Sinceramente mi è sembrato abbastanza fuori dalla parte.

Lo scandalo degli animali uccisi (per davvero)

La cosa che mi ha fatto più impressione sono state le scimmie. C’è la scena in cui gli indios ammazzano la scimmia e le succhiano il cervello. Noi avevamo quattro scimmiette di riserva. Quando tagliammo la testa a una le altre quattro sono morte di crepacuore. Quella è stata la cosa più atroce.

Ruggero Deodato

Uno dei motivi per cui Cannibal holocaust è tristemente famoso è l’inclusione di scene in cui vengono uccisi realmente degli animali. Nel dettaglio, ecco l’elenco delle vittime animali:

  • un coati (nel film viene scambiato per errore per un topo muschiato), ucciso con un coltello
  • una tartaruga arrau, decapitata e privata degli arti, del guscio e delle interiora
  • una tarantola, uccisa con un machete
  • un boa constrictor, ucciso con un machete
  • una scimmia scoiattolo, decapitata con un machete (scena girata 2 volte, quindi con 2 scimmie uccise)
  • un maiale, ucciso a bruciapelo con un fucile calibro .22
Perry Pirkanen con la testa della tartaruga in Cannibal holocaust
uno dei reporter con la testa della tartaruga

Va detto che, dopo le “esecuzioni”, gli animali commestibili sono stati mangiati dagli indigeni – che si nutrono abitualmente di questi esemplari – e dalla troupe.

Naturalmente il fatto ha suscitato l’indignazione di animalisti e benpensanti, che hanno condannato senza appello il film di Deodato. A mio avviso il valore artistico dell’opera non può essere intaccato da una condotta sbagliata, che difatti è stata perseguita per altre vie che esulano dalla critica cinematografica.

I problemi legali e il ritorno nelle sale cinematografiche

Caro Ruggero che film! La seconda parte è un capolavoro di realismo cinematografico, ma tutto sembra così reale che penso che finirai nei guai con tutto il mondo.

Dalla lettera che Sergio Leone scrisse a Deodato dopo aver visto Cannibal holocaust in anteprima

Il film uscì nelle sale italiano il 7 febbraio 1980. Un mese più tardi venne sequestrato su tutto il territorio nazionale in conseguenza della denuncia di un cittadino che si era appellato a una legge contro la tortura delle cavie risalente all’epoca fascista. Cannibal holocaust venne accusato di essere “un’opera contraria al buon costume e alla morale” e le parti finirono in tribunale, con la casa di produzione – la United Artists – che prese le distanze.

Dopo una prima condanna detentiva e pecuniaria emessa il 4 giugno 1980 a carico di Deodato, dello sceneggiatore Gianfranco Clerici, dei produttori e del distributore, il processo finì in appello. Tra i capi di imputazione figurava anche quello di aver ucciso realmente gli attori che interpretavano i reporter. I quattro attori, infatti, da contratto dovevano ritirarsi per un anno dalla vita pubblica per instillare il dubbio che il film raccontasse un episodio reale. Deodato fu quindi costretto a contattare Luca Barbareschi, incaricandolo di rintracciare gli altri “reporter” per farli comparire in tribunale e scagionare gli imputati dall’accusa di averli uccisi.

la morte del reporter Gabriel Yorke in Cannibal holocaust

Rischiarono comunque il carcere per via delle uccisioni di animali, ma la Corte di cassazione riabilitò il film e Cannibal holocaust tornò nelle sale nel maggio 1984 in versione integrale. Ma la reputazione del film era pessima e andarono a vederlo solo 14 mila spettatori in tutta Italia.

All’estero le cose andarono diversamente: pensate che in Giappone fu il 2° film più visto dell’anno, dopo E.T. di Spielberg!

Negli anni la fama di film più controverso e censurato della storia ha fatto di Cannibal holocaust un vero e proprio cult, ed è stato parzialmente riabilitato dalla critica cosiddetta colta, mentre i siti web dedicati all’horror ne parlano giustamente come di un capolavoro. In altre parole: non lo consiglierei a mia madre, ma a voi che avete letto fino a qui decisamente sì!

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