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La vera storia di Ed Gein
Edward Gein nasce nel 1906 a La Crosse (Wisconsin) e cresce in una cittadina di neanche settecento abitanti, Plainfield appunto. Figlio di un alcolizzato e di una luterana la cui religiosità sconfinava nel fanatismo – trasferì la famiglia da La Crosse a una fattoria fuori città di Plainfield per evitare ai figli il contatto con il mondo corrotto -, ha anche un fratello, Henry, di cinque anni più grande.
Fin dall’adolescenza mostra segni di squilibrio: si eccita alla vista di un maiale sgozzato e diventa un bersaglio facile per i compagni di scuola a causa del suo ghigno perenne. Al compimento della maggiore età (21 anni) promette alla madre di restare per sempre vergine (la madre l’aveva cresciuto nella convinzione che le donne sono tutte putt… ehm, poco serie).
Nel 1940, quando Ed ha 34 anni, muore il padre. Da allora il fratello Henry manifesta insofferenza per lo stile di vita imposto dalla madre e se ne lamenta con Ed. Quattro anni più tardi un incendio costa la vita ad Henry. Il suo corpo viene ritrovato carbonizzato ma con un sospetto trauma cranico. In un primo momento Edward dice di aver perso di vista il fratello durante l’incendio, ma poi conduce la polizia dritta al corpo. Tuttavia non viene sospettato di nulla: il referto medico recita “morte per asfissia”. L’anno successivo un colpo apoplettico fa fuori anche la madre: Ed resta solo.
Passano gli anni. Ed è un tipo solitario, che non dà fastidio a nessuno. Dodici anni dopo (novembre del 1957) scompare la madre del vicesceriffo. Le indagini conducono alla fattoria di Ed Gein: nel capanno, appeso per i piedi, trovano il corpo nudo, squartato e decapitato della donna. Arrestano Ed e perquisiscono la casa: trovano indumenti e suppellettili in pelle umana, un corpetto con un seno di carne umana e altre oscenità (teste umane, una collana di labbra umane, una cintura di capezzoli…).
Nella sua confessione, Ed Gein rivela di aver ucciso anche una barista, disseppellito numerosi cadaveri dai quali ricavava i materiali per il suo vestito di carne umana, mangiato carne umana offerta generosamente come carne di cervo ai propri vicini e forse commesso altri delitti fino ad allora insoluti. Viene dichiarato malato di mente e muore in un manicomio criminale nel 1984.
Come sbagliare un film impossibile da sbagliare
Questa è la vera storia di Ed Gein, il macellaio di Plainfield. Ora qualcuno mi spiegherà perché dopo che Psycho, Non aprite quella porta e decine di altre pellicole hanno attinto a piene mani dalla vicenda di Ed Gein, un certo Chuck Parello nel 2000 gli dedica un intero film senza rispettarne e sfruttarne appieno la storia. Introduce alcune modifiche penalizzanti, come la morte del fratello, riduce la psicologia dei personaggi al meccanismo causa-effetto – se leggo la Bibbia sono fanatica religiosa – e l’unico orrore che riesce a creare è grazie alle tremende prestazioni degli attori. Possibile che in un lungometraggio di 85 minuti sulla vita di un pazzo pluriomicida il primo morto si faccia attendere per oltre metà film?
Gli effetti speciali sono usati con il contagocce e le violenze compiute sui corpi vengono risparmiate agli occhi degli spettatori. Il risultato è un film incapace di osare, più drammatico nella realizzazione che horror nei risultati: una delle più grandi occasioni mancate della storia del cinema. Davvero, è difficile trovare qualcosa di positivo in questa pellicola: è più inquietante Uomini e Donne (Maria De Filippi non me ne voglia…).
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