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Halloween – La notte delle streghe (1978)

Recensito martedì 28 Settembre 2021
Anno: 1978
Durata: 87 minuti
Regia: John Carpenter
Sceneggiatura: John Carpenter, Debra Hill
Produttore: Debra Hill
Cast: Donald Pleasence, Jamie Lee Curtis, Nick Castle

Pochi film nella storia del cinema hanno fatto da spartiacque come Halloween di John Carpenter. Si può affermare che nel cinema horror, e in particolare nel sottogenere slasher, esiste un prima e un dopo Halloween.

All'epoca Carpenter era un regista di 30 anni con all'attivo due film a basso budget - il fantascientifico Dark star e il thriller poliziesco Distretto 13 -; nessuno poteva immaginare che sarebbe diventato il più importante regista horror di tutti i tempi.

Voto

8.5

Pochi film nella storia del cinema hanno fatto da spartiacque come Halloween di John Carpenter. Si può affermare che nel cinema horror, e in particolare nel sottogenere slasher, esiste un prima e un dopo Halloween.

All'epoca Carpenter era un regista di 30 anni con all'attivo due film a basso budget - il fantascientifico Dark star e il thriller poliziesco Distretto 13 -; nessuno poteva immaginare che sarebbe diventato il più importante regista horror di tutti i tempi.

La trama di Halloween – La notte delle streghe

La notte di Halloween del 31 ottobre 1963 qualcuno si introduce nell’abitazione dove una giovane coppia ha appena fatto l’amore. La ragazza, rimasta sola, viene raggiunta e uccisa a coltellate dall’intruso. Con grande stupore si apprende che l’omicida è il fratellino della vittima: ha solo 6 anni e si chiama Micheal Myers.

halloween - michael myers giovane assassino

15 anni più tardi, Micheal Myers riesce a fuggire dal manicomio dov’era recluso e torna nella sua città natale. Sam Loomis (Donald Pleasence), lo psichiatra che lo aveva in cura dopo l’omicidio, intuisce la destinazione di Micheal e si precipita all’inseguimento.

Ritornato nella sua vecchia casa, rimasta invenduta e decadente, Micheal Myers adocchia un gruppo di ragazze che rientrano da scuola. Tra di loro vi è Laurie Strode (Jamie Lee Curtis).

jamie lee curtis in halloween

La notte di Halloween Michael inizia una caccia mortale alle ragazze. Riuscirà Sam Loomis a fermarlo?

Halloween, un film sul male

Dopo oltre 40 anni dalla sua uscita nelle sale, non c’è molto altro da dire su Halloween, se non: guardatelo.

Nato come un piccolo film indipendente – il budget era di appena 300 mila dollari (la metà dei quali investiti in una telecamera Panavision) e la sceneggiatura è stata scritta dal regista e della sua compagna e produttrice Debra Hill in soli 10 giorni – Halloween ha ridefinito i canoni dell’horror come pochi altri film nella storia (La notte dei morti viventi, L’esorcista e Non aprite quella porta, per citare tre film fondamentali del periodo senza scomodare i capolavori del muto di Murnau e Browning).

La scena migliore del film è probabilmente quella di apertura, dove una soggettiva dell’assassino ci guida all’interno della casa, fino all’omicidio. Solo dopo scopriamo che l’assassino è un bambino, come a dire: il male è senza volto e senza età; ci accomuna tutti, nessuno escluso. In un certo senso, lo spettatore “è” l’assassino.

Tutto il resto del film è alta scuola. Carpenter inanella una serie di trovate che diverranno cliché del genere, copiate da centinaia di pellicole a venire. Alcuni flash agghiaccianti:

  • dopo aver sollevato e impalato un ragazzo al muro con un coltellaccio, Micheal rimira la sua “opera” reclinando lentamente la testa prima a destra, poi a sinistra (vedi foto sopra)
  • la sequenza di lotta girata all’interno dell’armadio, uno dei più classici nascondigli, tocca rare vette di claustrofobia e disperazione
  • quando Laurie manda al tappeto Michael ferendolo al collo con un ferro, il killer si rialza con movimenti da automa, accrescendo il sospetto che non sia del tutto umano (il male ti rende disumano)
halloween - michael myers vs laurie strode

Non sono certo al 100% che questi esempi siano apparsi per la prima volta sullo schermo con Halloween, ma sicuramente sono diventati celebri grazie al personaggio iconico di Michael Myers.

La maschera di Micheal Myers

Non sappiamo molto di Michael Myers. Non sappiamo perché abbia ucciso sua sorella né perché voglia continuare a uccidere; non sappiamo nemmeno dove abbia imparato a guidare, essendo stato rinchiuso in manicomio dall’età di 6 anni (forse si tratta di un problema di sceneggiatura rattoppato dagli stessi autori che fanno dire al dottor Loomis “ieri sera guidava benissimo, forse qualcuno gli ha dato lezioni”).

Carpenter e Hill disegnano un assassino senza volto – il suo viso da adulto si scorge solo per due secondi a pochi minuti dal termine – e senza storia, senza movente, senza emozioni, che si muove quasi come un robot. Michael Myers non è un ragazzo problematico con un’infanzia infelice e nemmeno un frustrato sessuale: è l’impersonificazione del male assoluto. Si aggira vestito con una tuta da meccanico e indossando una maschera del Capitano Kirk di Star Trek dipinta di bianco e con gli occhi allargati (particolari rivelati dallo stesso Carpenter): un abbigliamento quotidiano reso buffo dalla maschera, ma davvero inquietante nel film.

Quanti assassini simili vi vengono in mente? La serie è pressoché infinita, a partire da Jason di Venerdì 13 e passando per Scream e tutti gli altri killer mascherati (spesso invincibili) che sono spuntati come funghi nei decenni a seguire.

Nella sequenza finale (SPOILER!) il dottor Loomis si affaccia al balcone per vedere il corpo di Myers crivellato di colpi, ma Myers non c’è più. Seguono le inquadrature di alcuni dei luoghi dove si sono svolte le vicende: il salotto, la casa dei Myers, il quartiere, ecc. Michael non si vede, ma sappiamo che c’è: è ovunque. (fine SPOILER)

halloween: il dottor sam loomis scruta l'oscurità dove è sparito michael myers

La leggendaria colonna sonora di Halloween

La colonna sonora, composta ed eseguita dallo stesso Carpenter, è un altro elemento iconico di Halloween.

Una melodia insistente, ansiogena, disturbante anche senza il supporto delle immagini. Una volta finita, lascia l’ascoltatore in preda a una vaga inquietudine.

Un orecchio nemmeno troppo attento noterà la somiglianza di questo brano con il movimento principale di Profondo rosso, di tre anni precedente. Vista anche la fama internazionale conquistata dal thriller di Dario Argento, mi pare impossibile che Carpenter non si sia quantomeno ispirato al capolavoro dei Goblin.

A ogni modo, per me quella di Halloween è la colonna sonora più inquietante di sempre.

La saga di Halloween

Il finale aperto ha dato il via a un vero e proprio franchise. Tralasciando fumetti, romanzi e merchandise, come film abbiamo:

  • 7 sequel “storici”. Halloween II – Il signore della morte (1981) è scritto e prodotto sempre da Carpenter e Hill, con Rick Rosenthal alla regia: riparte da dove era finito il primo capitolo e la vicenda si conclude nella stessa notte. Doveva essere l’ultimo film, ma ne hanno girati altri 6 di una banalità disarmante, Halloween III addirittura senza Michael Myers.
  • 2 remake firmati da Rob Zombie: interessante ma non imprescindibile il primo, da evitare il secondo.
  • 3 nuovi sequel scritti e diretti da David Gordon Green che proseguono le vicende di Halloween – La notte delle streghe ignorando gli altri film. Discreto il primo (del 2018), chiamato semplicemente Halloween; seguiranno Halloween kills (2021) e Halloween ends (2022).

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