Dove vederlo
La trama di King Kong
Un produttore sopra le righe e a corto di denaro affida il ruolo di protagonista femminile del suo prossimo film a una ragazza incontrata casualmente per strada. La sera stessa si imbarcano e partono con la troupe alla volta di una misteriosa isola nemmeno segnalata sulle carte.
Sull’Isola del Teschio le cose si complicano quando si imbattono in una tribù indigena. Lo stregone infatti adocchia la ragazza e la chiede per sacrificarla al dio Kong. Ovviamente la richiesta viene respinta e, visto l’esordio, pensano bene di trascorrere la notte sulla nave. Ma gli indigeni non rinunciano alla loro idea e, col favore delle tenebre, rapiscono la bionda. Quando i nostri se ne accorgono ormai è troppo tardi: è già stata sacrificata a Kong, l’enorme gorilla che vive oltre una gigantesca palizzata! Tuttavia Kong risparmia la ragazza, se ne invaghisce e la porta con sé nella giungla.
Marinai e troupe si gettano all’inseguimento di Kong. Il loro cammino verrà ostacolato dall’attacco di alcuni dinosauri, ma i nostri eroi riusciranno a stanare Kong e ad averne ragione grazie a potenti sedativi.
Il produttore vede in Kong una miniera d’oro: lo impacchetta ben bene e lo porta a New York. Ma la sera della prima Kong dà in escandescenza alla vista della sua amata “minacciata” dagli scatti dei fotografi, si libera delle catene e la rapisce nuovamente. Inizia uno spettacolare inseguimento per le vie di New York che terminerà sull’Empire State Building, in una delle scene più celebri della storia del cinema.
King Kong, il monster movie per antonomasia
Quando uscì nel 1933, un mostro come King Kong era la cosa più sensazionale che si fosse mai vista al cinema. Ma la forza del film non è solo negli effetti speciali, rivoluzionari per l’epoca. Anche perché, diciamolo: nell’era digitale e del 3D questi effetti faranno sorridere i più maligni, e ingiustamente, perché scene come la lotta fra Kong e il T-Rex fanno il loro dovere.
La genialità è stata quella di partire da un’ottima storia in odore di classico – l’eterno tema della bella e la bestia – in bilico tra la commedia e il film d’avventura, con un secondo tempo smaccatamente horror. L’ambientazione esotica e una pennellata di romanticismo hanno fatto il resto.
Visto oggi, ovviamente, non fa paura neanche a un bambino. Ma coinvolge, appassiona, diverte e sorprende come allora.
Inoltre il film ha il pregio di mettere a tema l’irrisolto rapporto tra uomo e Natura: da un lato il desiderio di conoscenza dell’uomo, che è anche positivo, dall’altro la brama di possedere e controllare la natura, con effetti spesso catastrofici. La Natura trova sempre una soluzione – King Kong e i dinosauri vivono su un’isola dove non sono una minaccia per nessuno – ma se l’uomo scombina il suo equilibrio, gli esiti sono letali per entrambi.
Era solo il 1933, ma avevamo già intuito quello che sarebbe accaduto.
L’eredità di King Kong
King Kong ha generato fin da subito una sorta di franchising, con l’uscita già nel 1933 di una trasposizione letteraria (l’omonimo romanzo di Delos W. Lovelace) e di ben due film: il seguito, Il figlio di King Kong, e il giapponese Wasei Kingu Kongu, perduto con i bombardamenti atomici del ’45.
Negli anni King Kong sarà protagonista di altri 6 film (3 americani e 3 giapponesi), 3 serie animate e 3 film di animazione. 2 i remake: del 1976 con dei giovanissimi Jeff Bridges e Jessica Lange, e del 2005 per la regia di Peter Jackson. Nessuno è al livello del capostipite.
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