L’armata delle tenebre è l’esagerazione finale di Sam Raimi, un film che mescola i generi come nessun altro, tanto che si potrebbe definire una commedia fanta-horror splatter ambientata nel Medioevo.
La trama dell’Armata delle tenebre
Ash (il mitico Bruce Campbell) viene risucchiato nel Medioevo. Neanche il tempo di rendersi conto di dove si trova, che viene catturato dai cavalieri di Lord Arthur con l’accusa di essere una spia di Enrico il Rosso, acerrimo nemico di Arthur. Spogliato del fucile e della motosega, viene incatenato e condotto al castello insieme ad altri prigionieri, fra i quali c’è proprio Enrico il Rosso.

Dopo un’accoglienza a insulti e sputi, viene gettato in un pozzo dove l’attende “l’uomo della morte”. Ash riuscirà ad averne ragione, ottenendo l’ammirazione e il rispetto del popolo. Forte dell’autorità conquistata col suo “bastone di tuono” (il fucile), Ash libera Enrico il Rosso e inizia a godersi il soggiorno. Il corteggiamento di Sheila ci regala una delle scene romantiche più trash della storia (“dammi un po’ di zucchero, baby”).

I problemi iniziano quando il mago di corte rivela ad Ash che l’unico modo per tornare nel suo tempo è recuperare il libro dei morti: il Necronomicon. Per prelevare il libro deve però recitare la frase “Klaatu barada nikto” (citazione del capolavoro sci-fi di Robert Wise Ultimatum alla terra), ma Ash non la ricorda con esattezza, tenta di imbrogliare e prende comunque il libro, causando il risveglio dell’esercito dei morti, l’armata delle tenebre del titolo. Seguirà un’epica battaglia finale fra umani e scheletri.

Un mix irresistibile di splatter e demenza girato a regola d’arte
Questa la trama dell’Armata delle tenebre. Per brevità ho tralasciato una miriade di dettagli: agguerriti libri-gallina, scene da Gulliver vs lillipuziani, citazioni e gag a non finire. Sì perché Army of darkness è un’esplosione di fantasia, un mix irresistibile di splatter e demenza girato a regola d’arte. Con le sue soggettive, le zoomate e le inquadrature anomale Raimi sembra dirci: guardatelo bene, perché un film così non l’avete mai visto. Ed è la pura verità.
In equilibrio perfetto tra un film di cappa e spada, un horror e un Gianni e Pinotto col senno dei Monty Python, l’Armata delle tenebre va oltre tutto e tutti grazie all’interpretazione di Bruce Campbell. Ash è probabilmente l’unico personaggio capace di reggere un film del genere senza una spalla. È allo stesso tempo eroe e coglione, carismatico e stupido, furbo e sfigato. Il modo in cui snocciola freddure da comico consumato resterà il marchio di fabbrica dei suoi personaggi a venire (ad esempio nel mitologico My name is Bruce e nella ciofeca Alien Apocalypse), i lineamenti del suo volto e la mimica facciale paragonabile a Jim Carrey ve li porterete nella tomba.

Un altro valore aggiunto del film è la capacità di essere “doppio”: credibile e assurdo, demenziale e serio nello stesso momento. Prendete la scena in cui Ash addestra l’esercito per la battaglia finale: è la classica sequenza che avremo visto in mille film di guerra o sportivi, ciò che la rende paradossale e simpatica è che sia Ash (un commesso di un negozio) a insegnare le tattiche del corpo a corpo.
Che altro dire? Invitate amici, mamme, nonne, mogli, figli e nipotini; prendete posto nel divano e godetevelo tutti assieme, più volte.
Ah, esiste un finale director’s cut, più irriverente ma un tantino deludente, che Dino De Laurentiis gli ha fatto cambiare con il finale attuale. Cercatelo tra gli extra del dvd.
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