La trama di Maniac
Frank Zito è un uomo sulla quarantina, grasso e dall’aria bonaria, che campa affittando appartamenti a New York. Casa sua è un monolocale squallido, pieno di bambole e manichini femminili, con un altarino dedicato alla madre che era, a quanto pare, una bellissima donna.
Di notte Frank Zito si trasforma in uno spietato serial killer: le sue vittime sono prostitute, modelle e belle donne in genere. Le uccide e poi le scalpa, per poi far apporre i capelli sul capo dei suoi manichini.

Zito si lascia andare a lunghi dialoghi con i manichini e con un se stesso immaginario, rivelando la sua malattia mentale e la solitudine che affligge la sua vita. L’origine dei problemi di Frank sono le sevizie subite da bambino da parte della madre, che l’hanno portato ad avere un’attrazione morbosa per le donne che diventa furia omicida.
Qualcosa può cambiare quando si infatua di una bella fotografa e l’interesse sembra ricambiato. Tuttavia, quando l’uomo porta la ragazza sulla tomba della madre, l’istinto omicida si risveglia.

Maniac di William Lustig è il “capolavoro” di Joe Spinell
Sebbene il film sia diretto da William Lustig, celebre per la trilogia del poliziotto sadico – il primo capitolo, Maniac cop (1988), merita una visione – Maniac può essere considerato un film di Joe Spinell. L’attore italo-americano, il cui vero nome è Anthony Teocoli Jr., ha scritto il soggetto, la sceneggiatura (insieme a un certo Rosenberg) e ha ricoperto il ruolo da protagonista del film, oltre che di produttore esecutivo.
Prima di Maniac, Spinell aveva ricoperto piccoli ruoli in film leggendari come Il padrino di Coppola, Rocky di Stallone e Taxi driver di Scorsese. In Maniac Spinell si costruisce un personaggio che è l’archetipo di tutti i maniaci e gli dà volto e corpo in maniera mirabile: Frank Zito è tanto un uomo qualunque, modesto e trascurabile di giorno, quanto un assassino feroce e psicopatico di notte.
Il maniaco Frank Zito interpretato da Jeo Spinell merita davvero un posto tra i migliori cattivi del cinema horror.

Gli effetti speciali di Tom Savini
Maniac non sarebbe il film che è senza il contributo di Tom Savini: i suoi effetti speciali truculenti danno un taglio iperrealistico al film, tagico e caricaturale allo stesso tempo.
Tra le numerose sequenze, quella che rimarrà nella storia è (spoiler!) la scena in cui i manichini insorgono e smembrano Frank Zito, fino a staccargli la testa.
Un finale letteralmente pazzesco

Maniac vive di alcune scene magistrali, come quella della metropolitana, dove la tensione raggiungi livelli altissimi. Il gradino più alto del podio se lo prende il finale (spoiler): Frank Zito esce totalmente di senno, al punto da immaginare che la madre zombi cerchi di trascinarlo nella tomba e poi di essere attaccato e fatto a pezzi dai manichini posseduti dalle anime delle sue vittime.
Sprofondato nella follia, Zito si ferisce gravemente da solo. I poliziotti fanno irruzione per arrestarlo, ma lo trovano nel letto in un bagno di sangue. Lasciano la stanza, credendolo morto, ma…
Il sequel di Maniac
L’ultima immagine del film è di Frank Zito che spalanca un occhio: il maniaco è ancora vivo, colpirà ancora?
Joe Spinell ci ha provato fino alla fine a raccogliere i fondi per girare il seguito di Maniac, per finanziarsi ha realizzato un cortometraggio chiamato Maniac 2: Mr. Robbie (1986), ma è morto nel 1989 per le conseguenze di un incidente domestico: aveva 52 anni.
Onestamente non credo ci fosse altro da dire su Frank Zito, ma quello che ha detto, l’ha detto bene.
Ne è stato fatto un remake nel 2012 con protagonista Elijah Wood: sì, avete capito bene, l’attore che per tutti è e sarà sempre Frodo Baggins, ha interpretato Frank Zito! È pleonastico raccomandarvi di stare alla larga dal remake e puntare dritti sull’originale.
Uno dei migliori film a basso budget, e da cui in pochi si aspettano qualcosa, prodotti sui serial killer. Sa essere originale nonostante parli di luoghi comuni come l’odio per le donne e la morbosità freudiana per la madre.
Bella recensione!
Esatto! Sa stupire pur restando nei canoni del genere definiti da film come Psycho, L’occhio che uccide (Peeping Tom) e Profondo rosso. Una vera sorpresa! Così come la bella storia di Joe Spinell, che ha sfruttato al meglio la sua grande occasione.