La trama di Vampires

James Woods è Jack Crow, il capo di un gruppo di cacciatori di vampiri del Nuovo Messico. Si muovono in pick up armati di balestre, lance, mitragliatrici e paletti di frassino alla ricerca dei covi dei vampiri, accompagnati da un prete cattolico che benedice le loro azioni.

Il film si apre con una battuta di caccia in un fienile: fanno irruzione e trascinano alla luce del sole un vampiro dopo l’altro. Esposti alla luce, i vampiri prendono fuoco con effetti pirotecnici. Terminata la disinfestazione, i cacciatori constatano l’assenza del maestro, ma è già sera e devo ritirarsi: con il buio inizia l’attività dei vampiri, è troppo pericoloso esporsi. Ma la notte di festeggiamenti per la fruttuosa giornata di lavoro vengono interrotti tragicamente dall’arrivo del maestro, che annienta l’intero gruppo di cacciatori. Si salvano solo Jack e Montoya (un grande Daniel Baldwin).

La Santa Sede ordina a Jack di costituire un nuovo gruppo di cacciatori e gli affida padre Adam, un prete inesperto e ingenuo. Ma Jack disobbedisce e si rimette sulle tracce del maestro dei vampiri per vendicare i suoi compagni.
Vampires, il western di John Carpenter
Prendete il film così com’è, toglieteci i vampiri e metteteci dei fuorilegge e anziché un horror avrete un western contemporaneo. Non solo per ambientazione: il film, alla stregua dei western, punta più sulla costruzione dei personaggi che sulla storia. Tra questi spiccano James Woods, una sorta di bounty killer di vampiri, e il suo braccio destro Daniel Baldwin. Interessante anche la parabola di padre Adam, da topo di biblioteca a cacciatore di vampiri.

A padre Adam è affidata anche la morale del film: nel finale (spoiler!) ammazza il suo vescovo, passato dalla parte dei vampiri. In questa scena ritroviamo la tipica visione di Carpenter: i potenti sono corrotti, la giustizia e la verità sono percorribili solo dalla gente comune. Vi ricorda niente? Suggerimento: 1997: Fuga da New York.
Comunque grazie a Dio i vampiri ci sono e Vampires, anziché il solito western, è un dignitosissimo horror dove si respira una certa epica, l’ultimo grande film di Carpenter (anche l’ultimissimo The ward non è male, ma non è per niente carpenteriano).

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