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Videodrome (1983)

Recensito martedì 9 Marzo 2021
Anno: 1983
Durata: 85 minuti
Regia: David Cronenberg
Sceneggiatura: David Cronenberg
Produttore: Claude Heroux
Cast: James Woods, Sonja Smits, Deborah Harry

Nell'arte ci sono opere seminali che restano inimitate e inimitabili perché capaci di affrontare uno o più temi con una varietà di sfaccettature e una profondità di analisi che, per tante ragioni, non sono più replicabili. Videodrome di David Cronenberg è una di queste. In 85 minuti il regista canadese affronta questioni tuttora attuali e irrisolte. Videodrome è un pozzo nero che spiazza e mette le vertigini. Siete pronti ad affacciarvi?

Voto

9

Nell'arte ci sono opere seminali che restano inimitate e inimitabili perché capaci di affrontare uno o più temi con una varietà di sfaccettature e una profondità di analisi che, per tante ragioni, non sono più replicabili. Videodrome di David Cronenberg è una di queste. In 85 minuti il regista canadese affronta questioni tuttora attuali e irrisolte. Videodrome è un pozzo nero che spiazza e mette le vertigini. Siete pronti ad affacciarvi?

L’inizio di Videodrome (no spoiler)

Max Renn (James Woods) è il proprietario di una TV via cavo che trasmette video violenti e pornografici. Un suo collaboratore, specializzato in pirateria via etere, riesce ad agganciare e registrare un segnale video proveniente dalla Malesia che mostra atti di violenza inaudita molto realistica. Sono solo pochi secondi, ma Max ne è come ipnotizzato. Al primo video pirata ne seguono altri e si scopre che il programma si chiama Videodrome e non viene trasmesso dalla Malesia, ma da Pittsburgh. Nel frattempo Max, ospite in una trasmissione televisiva insieme al professore Brian O’Blivion, inizia a flirtare con l’altra ospite, la diva radiofonica Nicki Brand. Max e Nicki diventano amanti e, dopo aver guardato insieme una videocassetta di Videodrome, lei confessa la una passione per il masochismo e il desiderio di partecipare a Videodrome. Max ne è turbato e cerca di farla desistere, ma è già troppo tardi… le allucinazioni di Max sono appena cominciate.

la tv spara - Videodrome

Videodrome non è un bel film

Non credo che ci sia qualcuno al mondo che possa definire Videodrome un bel film. Parliamoci chiaro: Videodrome è un capolavoro a tutto tondo, non solo del genere horror; è un film visionario e allo stesso tempo vicino alla nostra realtà quotidiana, ma non è un bel film. La visione di Videodrome è un’esperienza poco appagante e assai disturbante, in questo senso non è un bel film.

Non troverete sequenze davvero spaventose, nessun salto sulla sedia e nemmeno scene di azione. In Videodrome si respira un malessere generalizzato fin dai primi minuti.

“Nessuno tra quelli che hanno visto Videodrome è tornato normale”

James Woods è Max Renn in Videodrome

Il film mette a tema questioni all’ordine del giorno in ogni famiglia, come la violenza mostrata in tv:

Io direi che viviamo in un’epoca di eccitazioni anormali. Cerchiamo l’eccitazione per l’eccitazione, ne vogliamo tanta, la cerchiamo in tutto, ne chiediamo sempre di più: eccitazioni emotive, psicologiche, sessuali. E incoraggiarle è un male.

Nick Brand

Successivamente Cronenberg affronta l’incapacità di distinguere tra realtà e finzione, una problematica che poteva forse sembrare esagerata all’epoca dell’uscita di Videodrome – parliamo del 1983 – ma oggi, con il web, è un problema concreto, che genera serie conseguenze per la vita sociale, specialmente degli adolescenti.

La televisione è la realtà, la realtà è meno della televisione

prof. Brian O’Blivion

Quindi si passa a un tema che oggi verrebbe definito complottista: il controllo delle masse e la loro selezione. Non nego che sia una trovata necessaria per sviluppare la trama – quantomeno la selezione di nazista memoria – ma è altrettanto vero che il potere si impegna ogni giorno per pilotare il popolo, spesso senza che quest’ultimo se ne accorga.

Che cos’è la nostra realtà se non la percezione della realtà? Niente altro. Questo vi farà paura, forse.

prof. Brian O’Blivion

“Lei ora è la videoparola che si è fatta carne”

videodrome: la videocassetta nella pancia

Morte a Videodrome, gloria e vita alla nuova carne!

Max Renn

L’unica soluzione, suggerisce Cronenberg, è ribellarsi e annientare questo modello di oppressione delle coscienze… e dei corpi. Già, perché il controllo del pensiero passa anche e soprattutto per il controllo della carne, che si deforma e marcisce letteralmente (pensate ai corpi dei soldati sacrificati nelle guerre!). Ma per rinascere nella nuova carne bisogna passare per il rinnegamento della propria carne, fino al sacrificio di sé.

Videodrome è un’opera complessa e stratificata, quasi teologica (i rimandi lessicali al cristianesimo sono evidenti) che chiama lo spettatore a interrogarsi più che comprendere.

E voi siete pronti per entrare in Videodrome? Ricordate: nessuno di quelli che l’ha visto è tornato normale!

PS: molti anni fa, lessi un’interpretazione di Videodrome secondo la quale Max Renn nella scena iniziale non si sarebbe mai svegliato. Tutto il film sarebbe dunque un brutto sogno….

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