La trama de La classe dirigente

Inghilterra. Un membro della Camera dei Lord muore facendo un ambiguo gioco di ruolo. I parenti sono pronti a spartirsi la ricca eredità ma a sorpresa scoprono che il conte ha lasciato quasi tutto al suo unico figlio, Jack Gurney (Peter O’Toole), che è rinchiuso in un ospedale psichiatrico perché convinto di essere Gesù Cristo.
I parenti faranno di tutto per manipolare Jack a loro piacimento, ma l’impresa si rivelerà più difficile del previsto.
La classe dirigente, un film che non ha eguali

Che cos’è La classe dirigente? Una commedia, un dramma, un musical, un giallo? Un film sciocco, dissacrante, grottesco, perfido? Una tagliente parodia, una parabola infernale?
La classe dirigente è tutto questo, e molto di più.
Un susseguirsi di dialoghi magistrali imbastiscono una pièce teatrale che è una fine e spietata critica sociale insieme a un angosciante dramma esistenziale.

Demenziale a tratti, brillante in altri, tremendo sul finale, La classe dirigente riesce a essere terribilmente divertente, follemente assurdo e oltremodo tragico. Un film reso unico dall’eccezionale scrittura di Peter Barnes, che incredibilmente pare non aver lasciato altre opere rilevanti, e dall’interpretazione sopra le righe di un magistrale Peter O’Toole.
La miglior interpretazione di Peter O’Toole?
La notorietà di Peter O’Toole è dovuta principalmente a film come Lawrence d’Arabia e Il leone d’inverno, ma è stato protagonista di molti altri film importanti oltre che di tanti spettacoli teatrali, tuttavia la sua interpretazione in La classe dirigente è davvero sensazionale.

Sia per la varietà di registri – inclusa l’esibizione canora – che per le tante sfumature che ha dovuto dare al suo personaggio, in perenne mutazione nell’arco del film, Peter O’Toole ha messo in mostra tutta la sua arte interpretando Jack Gurney. Forse per questo si tratta della sua miglior performance d’attore.
È un vero peccato che La classe dirigente sia praticamente sconosciuto in Italia. Forse perché troppo deliziosamente inglese? O per via dell’eccessiva eccentricità dell’opera? O per colpa di un difetto di promozione? Non so rispondervi, ma vi consiglio di procurarvelo e godervelo: è uno spettacolo unico e irripetuto.
Uno di quei film troppo sofisticati per noi italiani? Lo guarderò con entusiasmo!
Non direi, in quegli anni facevamo film taglienti, perfidi e “sofisticati” anche noi. Probabilmente è stato promosso poco e male, oppure è stato dimenticato come altri grandi film qui poco noti: tra gli inglesi mi viene in mente Addio mr. Harris, film di tutt’altro tenore, ma ugualmente eccellente.
Io lo vidi all’epoca e a noi ragazzi apparve come un’opera sensazionale e l’inizio di un nuovo stile nel fare films.
Tra i film eccezionali di quell’epoca – ne uscivano davvero tanti! – è uno dei più originali e, forse, irripetibili. “Opera sensazionale” descrive bene l’idea!