Nella cittadina di Caxton, nel sud degli Stati Uniti, arriva un giovane Adam Cramer: bello e ben vestito, ha l’idea fissa di diventare un grande uomo. In paese non si parla d’altro che della decisione di ammettere i “negri” alla scuola dei bianchi – siamo negli anni ‘5o e il Sud è ancora profondamente razzista.
In breve tempo Adam conquista la fiducia delle persone che contano e, grazie alla sua arte affabulatoria, convince la folla che una cospirazione di ebrei e comunisti promuove l’uguaglianza fra neri e bianchi per creare un’America meticcia, frammentata e disunita, dunque pilotabile con facilità. Le sue parole fanno esplodere lo sdegno della maggioranza bianca verso la comunità nera, con effetti devastanti. Adam Cramer, dopo un avvio brillante, faticherà a mantenere il controllo della protesta che lui stesso ha generato. E non proprio tutti la pensano come lui…
L’odio esplode a Dallas, il film più antirazzista della storia
Quando parliamo di Roger Corman, in questo caso regista e produttore, parliamo del più celebre produttore americano indipendente. Nella sua vita ha prodotto centinaia di film con budget molto bassi, sbancando i botteghini. La leggenda vuole che nessuna delle sue produzioni abbia fatto fiasco. Nessuna, tranne questa. Il motivo? Il razzismo.
Il maggior pregio di L’odio esplode a Dallas è di rappresentare il razzismo americano esattamente per quello che era: in alcuni casi un razzismo tradizionale, immotivato e superficiale; in altri intriso di odio, che sfociava facilmente nella violenza fino all’omicidio. Lo fa senza retorica, senza buonismo. Corman chiama lo spettatore a reagire: tocca a noi ripudiare il razzismo, non al film. Infatti quasi tutti i personaggi non cambiano idea nel corso del film: il loro razzismo resta immutato.
Per via di questa rappresentazione molto cruda del pensiero razziale nel sud dell’America, gli abitanti delle cittadine del Missouri nelle quali si sono svolte le riprese hanno protestato, ostacolato i lavori e perfino minacciato la troupe.
Per fortuna il film è sopravvissuto fino ad oggi e, incredibile a dirsi, è disponibile in dvd su Amazon.
Un capolavoro di Roger Corman e Charles Beaumont
Corman, lavorando con budget molto bassi, raramente ha realizzato veri e propri capolavori. Oltre ai film tratti dai racconti di Edgar Allan Poe, tutti degni di una visione, segnalo: Un secchio di sangue, Death race 2000, L’uomo dagli occhi a raggi X, Il massacro del giorno di San Valentino.
A mio avviso, L’odio esplode a Dallas è il migliore. La sceneggiatura di Charles Beaumont (scomparso a soli 38 anni colpito da Alzheimer) sarebbe da studiare nelle scuole di cinema. I dialoghi sono realistici e fulminanti, non inserisce nemmeno una scena “riempitiva”, evita tutti i difetti che si trovano di solito in questo genere di film.
La regia e la produzione di Corman sono formidabili: con un budget di 80-90 mila dollari, circa il 10% di una produzione media americana (nello stesso anno Kubrick girava Lolita con un budget di 2 milioni di dollari), confeziona un grande film che, con un bianco e nero di grande impatto estetico, non ha nulla da invidiare alle produzioni hollywoodiane.
Il resto lo fanno gli attori, tutti all’altezza della situazione, nonostante i personaggi fossero molto impegnativi. Fra questi, solo William Shatner (Adam Cramer) ha avuto successo interpretando il capitano Kirk di Star Trek.
Ipotesi sul titolo del film
L’odio esplode a Dallas è il solito titolo italiano senza senso: Dallas non viene mai nominata. Il titolo originale è The intruder (l’intruso), peraltro non molto efficace, ma tant’è.
Siccome il film è arrivato in Italia solo tre anni più tardi, nel 1965, mi viene da credere che abbiano scelto Dallas per via dell’omicidio di Kennedy (22 novembre 1963). Inutile aggiungere che Kennedy non c’entra proprio nulla con questo film.
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