Dove vederlo
Seconda Guerra Mondiale, dintorni di Marzabotto. La guerra entra di soppiatto nelle vite dei contadini. I tedeschi chiedono un po’ di pane, un po’ di uova; intanto i ragazzi si uniscono ai partigiani, meditando la resistenza.
La storia è raccontata dagli occhi di una bambina di 8 anni, la cui vita è come quella di tutti gli altri, tranne per un piccolo particolare: Martina non parla più da quando le è morto il fratellino appena nato.
Il duro lavoro dei campi, i pensieri degli uomini, l’adolescenza delle ragazze, le feste negli scantinati… tutto prosegue sotto la minaccia della guerra. Avvengono i primi tafferugli tra partigiani e tedeschi, intanto gli Alleati si avvicinano. Poi la Storia va come deve andare: i tedeschi rastrellano la popolazione e la sterminano completamente.
L’occhio di Giorgio Diritti è puro: ci mostra i fatti com’erano, come sono andati. Non accusa, non giustifica, non condanna: lascia che siano i fatti a farlo. La sua capacità di restare così dentro la Storia da non lasciarsi coinvolgere nella storia ne fanno un regista unico, che ha sfornato un film unico.
A mio giudizio, negli ultimi dieci anni i migliori film di guerra li abbiamo fatti noi, con El Alamein di Enzo Monteleone (2002) e questo L’uomo che verrà di Diritti.
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