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L’uomo che verrà (2009)

Recensito martedì 10 Agosto 2010
Anno: 2009
Durata: 115 minuti
Regia: Giorgio Diritti
Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Tania Pedroni, Giovanni Galavotti
Produttore: Giorgio Diritti, Simone Bachini
Cast: Maya Sansa, Alba Rohrwacher

L'uomo che verrà è il secondo film di Giorgio Diritti. Diritti, un passato da documentarista e collaboratore di Pupi Avati, esordisce al cinema a 46 anni con il bel Il vento fa il suo giro (2005), ma la notorietà la raggiunge grazie a questo film su una delle vicende più sanguinose della II Guerra Mondiale: la strage di Marzabotto.

Voto

8

L'uomo che verrà è il secondo film di Giorgio Diritti. Diritti, un passato da documentarista e collaboratore di Pupi Avati, esordisce al cinema a 46 anni con il bel Il vento fa il suo giro (2005), ma la notorietà la raggiunge grazie a questo film su una delle vicende più sanguinose della II Guerra Mondiale: la strage di Marzabotto.

Dove vederlo

Seconda Guerra Mondiale, dintorni di Marzabotto. La guerra entra di soppiatto nelle vite dei contadini. I tedeschi chiedono un po’ di pane, un po’ di uova; intanto i ragazzi si uniscono ai partigiani, meditando la resistenza.

La storia è raccontata dagli occhi di una bambina di 8 anni, la cui vita è come quella di tutti gli altri, tranne per un piccolo particolare: Martina non parla più da quando le è morto il fratellino appena nato.

Il duro lavoro dei campi, i pensieri degli uomini, l’adolescenza delle ragazze, le feste negli scantinati… tutto prosegue sotto la minaccia della guerra. Avvengono i primi tafferugli tra partigiani e tedeschi, intanto gli Alleati si avvicinano. Poi la Storia va come deve andare: i tedeschi rastrellano la popolazione e la sterminano completamente.

L’occhio di Giorgio Diritti è puro: ci mostra i fatti com’erano, come sono andati. Non accusa, non giustifica, non condanna: lascia che siano i fatti a farlo. La sua capacità di restare così dentro la Storia da non lasciarsi coinvolgere nella storia ne fanno un regista unico, che ha sfornato un film unico.

A mio giudizio, negli ultimi dieci anni i migliori film di guerra li abbiamo fatti noi, con El Alamein di Enzo Monteleone (2002) e questo L’uomo che verrà di Diritti.

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