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La corsa dell’innocente (1992)

Recensito domenica 25 Febbraio 2024
Anno: 1992
Durata: 100 minuti
Regia: Carlo Carlei
Sceneggiatura: Carlo Carlei, Gualtiero Rosella
Produttore: Franco Cristaldi, Domenico Procacci
Cast: Manuel Colao, Federico Pacifici, Salvatore Borgese

Nel 1992 esce La corsa dell'innocente, un film che racconta la tremenda realtà dei sequestri di persona, in particolare di un bambino per mano della 'Ndrangheta. I sequestri erano fatti di cronaca all'ordine del giorno in quegli anni, soprattutto per "merito" della cosiddetta "Anonima sequestri" (con tale nome i mass media italiani si riferivano a organizzazioni criminali, talvolta estemporanee e solitamente non di stampo mafioso, che erano dedite al sequestro di persona).

La corsa dell'innocente passa quasi inosservato in Italia, ma all'estero va diversamente, tanto da meritare la nomination come Miglior film straniero ai Golden Globe 1994.

Voto

7.5

Nel 1992 esce La corsa dell'innocente, un film che racconta la tremenda realtà dei sequestri di persona, in particolare di un bambino per mano della 'Ndrangheta. I sequestri erano fatti di cronaca all'ordine del giorno in quegli anni, soprattutto per "merito" della cosiddetta "Anonima sequestri" (con tale nome i mass media italiani si riferivano a organizzazioni criminali, talvolta estemporanee e solitamente non di stampo mafioso, che erano dedite al sequestro di persona).

La corsa dell'innocente passa quasi inosservato in Italia, ma all'estero va diversamente, tanto da meritare la nomination come Miglior film straniero ai Golden Globe 1994.

Dove vederlo

La trama de La corsa dell’innocente (senza spoiler)

La corsa dell'innocente, scena corsa nel grano, Calabria

Campagna calabrese: una famiglia viene sterminata per un regolamento di conti; solo un ragazzino, Vito, sopravvive miracolosamente alla strage e scappa verso Roma, dove vive un cugino.

Girovagando per la capitale scopre dalla tv che i genitori del bambino che era stato rapito e sequestrato dalla sua famiglia stanno ancora chiedendo la sua liberazione, ma Vito sa che è tutto inutile, perché il bambino è stato ammazzato durante la strage. Decide allora di mettersi in contatto con i genitori del rapito…

Un dramma raccontato come un thriller

Salvatore Borgese ne La corsa dell'innocente
fucilazione della 'Ndrangheta ne La corsa dell'innocente

Film davvero di alto spessore questo La corsa dell’innocente; girato con realismo e crudezza, non risparmia nulla della violenza di una certa realtà malavitosa, ma regala anche qualche momento intimo, scene girate con delicatezza e una cura dei dettagli di grande impatto emozionale, pur conservando un tono asciutto scevro di retorica.

Manuel Colao è Vito ne La corsa dell'innocente
Francesca Neri e Manuel Colao ne La corsa dell'innocente

L’intera vicenda, benché abbia per protagonista un bambino, non è vista dagli occhi del bambino, nel senso che il male che vediamo non è attutito neanche un po’ dall’innocenza del protagonista – un bravissimo Manuel Colao (peccato non abbia proseguito nella carriera da attore) – semmai risulta amplificato.

Carlo Carlei, all’esordio, dirige il film con notevole maestria; numerose scelte registiche dicono ben più di quel che mostrano, ad esempio il treno che esce dalla galleria come Vito sta uscendo dal tunnel di violenza verso la luce di una nuova realtà, o quando la madre del rapito scopre Vito rannicchiato dentro un mobile, come il suo bambino era rannicchiato nella grotta dove l’avevano sistemato i rapitori; ma anche certi movimenti di macchina, punti di vista e riprese aeree non sono mai fini a sé stesse, ma hanno un significato e restituiscono determinate emozioni.

la corsa finale di Vito ne La corsa dell'innocente

Superfluo dirlo, ma gran bel finale: la speranza dell’innocente che ci sia una possibilità di redenzione, col suo tentativo di salvare quantomeno i genitori del rapito, e di un mondo dove non c’è spazio per la violenza, con la scena onirica della grande tavola apparecchiata a festa, che riunisce tutte le figure care a Vito: un mondo ideale che i bambini sognano e gli adulti, chissà perché, smettono di inseguire.

la scena onirica de La corsa dell'innocente

La strana carriera di Carlo Carlei

Carlo Carlei è un regista italiano nato a Nicastro (Calabria) nel 1960. La corsa dell’innocente è il suo primo lungometraggio, scritto insieme a Gualtiero Rosella. Nonostante il successo internazionale del film, che gli consentì di girare negli Stati Uniti Fluke, con Matthew Modine e Samuel L. Jackson, la carriera cinematografica di Carlei non ha mai preso il volo. Seguirono, infatti, varie regie televisive per la Rai che, per quanto di prestigio – Padre Pio e Ferrari con Sergio Castellitto, Il generale Della Rovere con Pierfrancesco Favino – non lasciano certo il segno come un film per il cinema.

Ad ogni modo non si può far altro che ringraziare Carlo Carlei per averci regalato una gemma come La corsa dell’innocente. E chissà non torni a fare cinema, prima o poi…

2 Commenti

  1. Ramsis Deif Bentivoglio

    Chissà se non ci ha creduto Carlei o i suoi produttori…
    Sarà il prossimo film da vedere.
    Bella recensione.
    Ogni tanto qualche perla riemerge dal passato.

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    • Martino Savorani

      Lui ci ha creduto, stando sia a quanto riporta Wikipedia – aveva sviluppato una serie di progetti che definirei innovativi per l’epoca: “Tra il 1996 e il 1998 Carlei sviluppa vari progetti per gli studios hollywoodiani, tra i quali I Am Legend (Warner Bros.), Daredevil (Fox), Pincushion (Columbia), Manhattan Ghost Story (Carolco), Flashover (De Laurentiis) e A Tale of Two Classmates (New Regency), che non saranno realizzati.” – sia a quanto racconta lo stesso Carlei in alcune interviste uscite ormai 8 anni fa, dove presentava una graphic novel intitolata The passenger che sarebbe una sorta di seguito de La corsa dell’innocente. Sarebbe dovuto diventare un film, ma ad oggi non esiste ancora e son passati 8 anni… Nelle interviste dell’epoca rivelava che sperava di girarlo nell’autunno (credo del 2017). Peccato, ma non si sa mai.

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