Dove vederlo
Narrerò questa storia perché i nomi e il numero degli animali sono come il nome e il numero delle stelle e perché io, da minuscola creatura, abbia diritto alla grande mensa per la benevolenza di Dio mio padre. E nel narrarla io prego il Signore Gesù dal fondo della grotta dei morti e la cima della cappella dei re di tradurre questo mio Magnificat in lettere di furia e di fuoco.
Narrerò ciò che accadde nella settimana di passione del 926° anno dalla nascita del Cristo nella terre del signore di Malfole, a occidente della serra monacesca e a oriente del fiume Grossina, dove la gente credeva che il sole trascorresse la notte sul fondo del mare, ma erano profonde in loro la paura e l’amore di Dio e la certezza della sua presenza nelle forze della natura, nelle fonti, negli alberi, nelle nuvole del cielo, nella trasparenza delle trasparenze.
E c’era per chi moriva l’usanza antica dell’ultimo saluto. Era questo un patto che il morente stringeva con la persona più cara, promettendogli dal Paradiso un segno della pace raggiunta.
Voce fuoricampo iniziale
La trama di Magnificat
Il boia Folco sceglie il giovane Baino come nuovo aiutante, sostituto del figlio morto. Dovranno eseguire due condanne: per stregoneria e per uxoricidio, rispettivamente annegando e squartando i colpevoli.

Margherita della Conca di Montefiore è una quattordicenne che viene mandata suora al Monastero della Vestizione in cambio di dieci anni di diritti di pesca e dazio nella zona. Dovrebbe dimenticare il passato e concentrarsi sulla vita ritirata del monastero, ma il ricordo di casa resterà vivo in lei.
Il signore Gomario Grifone è giunto alla fine dei suoi giorni. Accompagnato dai figli e dall’ultima amante, viene trasportato verso il Monastero della Vestizione. Prometterà al figlio prediletto di mandargli un segno dall’aldilà.

Roza, concubina di Ugo di Provenza, è vicina al parto. Vuole un maschio per dare un erede al re: per questo sceglie di partorire al Monastero della Vestizione, dove è conservato il vestito della Madonna, protezione delle partorienti.
Durante la quaresima, frate Agnello del convento Madonna della Neve compie un giro dei monasteri della pentapoli per compilare un annuario dei monaci e delle monache morte durante l’inverno.
Il senso di Magnificat: malinconia, orrore e fede
Sono risalito a mille anni fa per trovare un’epoca in cui la fede era fondamentale per riempire quel silenzio di Dio che era allora identico a quello che è oggi. […] Era tale e tanta la necessità di trovare un interlocutore che trascendesse le cose e gli uomini per dare un senso ad una vita così grama e bestiale, per trovare un modo di vivere e sperare.
Simone Isola, Pupi Avati: il nascondiglio dei generi
(Sovera Edizioni, Roma 2007)
Con queste parole Pupi Avati spiega parte del film e di sé. La malinconia che pervade gran parte del suo cinema, l’orrore – le esecuzioni dei boia, ma anche i suoi bellissimi film horror – e la fede sono i tre elementi distintivi del grande regista bolognese. In Magnificat Avati riesce a coniugare questi tre aspetti nella maniera più perfetta ed equilibrata.
Lo sguardo asciutto e puro di un neorealismo di stampo pasoliniano ci introduce in un mondo di personaggi semplici, alle prese con una vita interiore tormentata o realtà difficili, talvolta atroci. In ogni storia c’è una forte domanda: di significato, di giustizia, di grazia. Raramente c’è una risposta – il silenzio di Dio – ma ogni tanto fa capolino il Mistero, come nella bellissima scena in cui un frate racconta l’Annunciazione alle novizie di fronte alla reliquia della veste della Madonna.

“Mai alcuno aveva avuto dall’aldilà risposta alcuna”
Queste le ultime parole del narratore. Ma Avati non lascia tutto in sospeso: il film termina con il matrimonio fra due semplici, Arustico e Venturina, benedetto dal signore locale – l’erede di Gomario Grifone. È un momento di grande intensità e bellezza, simbolo dell’amore più puro.

Nella scena successiva, Margherita erge nel cimitero del monastero il simbolo pagano di una colomba su un palo, come aveva fatto suo padre quando era partita: si credeva che la colomba indicasse alle anime dei morti lontani la via di casa. Questo gesto indica il legame indissolubile di Margherita con la propria casa, ma forse anche l’appartenenza a una nuova casa.

Alla pace ritrovata di Margherita si unisce la pace di Gomario Grifone: i segni invocati dal figlio arrivano, ormai inaspettati o, in altre parole, con i tempi di Dio.
Non vorrei forzare l’interpretazione, ma è come se la grande malinconia dell’uomo e l’orrore del mondo cedessero, in ultima istanza, alla fede, cristiana o pagana che sia. L’unica speranza sembra essere in una risposta del Mistero, come suggerisce l’ultima inquadratura (qui sotto).

Nota finale per le musiche di Riz Ortolani: delicate, poetiche, a tratti folcloristiche, ma mai invasive, aggiungono un tocco etereo alle immagini. Per chi non lo sapesse, il pesarese Riz Ortolani ha musicato grandi classici come Il sorpasso di Dino Risi e Fratello sole, sorella luna di Zeffirelli, oltre pietre miliari dell’horror e del thriller come Africa addio, Cannibal holocaust e Non si sevizia un paperino.
Come vedere Magnificat di Pupi Avati
Incredibile ma vero, il dvd di Magnificat non esiste o è fuori catalogo. Le alternative a un possibile ma non frequente passaggio televisivo non sono del tutto legali.
L’unica che mi sento di consigliarvi è di guardarlo su YouTube, dove c’è una versione registrata da Sky Cinema: la qualità video è bassa, comunque meglio di niente.
Le alternative meno legali sono i torrent – ma non esistono dvdrip, solo registrazioni tv – e il mitico Cineblog01. A voi la scelta!
Grazie per la buona descrizione! Ho trovato il film per caso su YouTube e sono rimasto stupito dal capolavoro di Pupi Avati, purtroppo in Germania inesistente perché mai tradotto….la sensibilità e correttezza con cui è presentato la vita di mille anni fa, si distingue molto da tanti presentazioni cinematografiche super crudeli che esistono dal medioevo.
Sì, è un film che ha molti significati e va visto più volte per essere apprezzato pienamente. Uno dei migliori di Pupi Avati.