Dove vederlo
La trama di Nuovo Cinema Paradiso (versione internazionale da 123 minuti)
Il celebre regista Salvatore Di Vita viene raggiunto nella sua casa romana dalla notizia della morte di Alfredo. Salvatore decide di fare ritorno al proprio paese, per la prima volta dopo trent’anni, per partecipare al funerale del vecchio amico e mentore.
Anni ’40-’50
In un lunghissimo flashback, Salvatore Di Vita ricorda l’infanzia e l’adolescenza a Giancaldo, un piccolo paese della Sicilia.
Orfano di padre, disperso in Russia, e cresciuto dalla sola madre, il piccolo Totò trova un nuovo padre in Alfredo, il macchinista del cinema parrocchiale del paese. Il legame tra i due nasce e cresce grazie alla passione comune per il cinema, tanto che Totò diventa l’aiutante di Alfredo. Una sera un tragico incidente rende cieco Alfredo: a salvarlo è proprio Totò che, benché ancora bambino, viene chiamato a sostituirlo poiché è l’unico in zona a conoscere il mestiere. Il vecchio cinema riapre, rinnovato, col nome di Nuovo Cinema Paradiso.
Passano gli anni e Totò, diventato un bel giovane, si innamora della figlia del nuovo direttore della banca, Elena. Comincia un lungo corteggiamento, con Alfredo che accompagna il suo figlioccio con saggi suggerimenti e, talvolta, ammonimenti. Ma la storia d’amore si interrompe bruscamente con il trasferimento in Toscana della famiglia di Elena: i due non riescono neanche a dirsi addio e perdono ogni contatto.
Anni ’80
Rientrato al paese, Salvatore riprende il filo della sua vita come se non fossero passati trent’anni, ma pochi giorni; proprio come gli aveva profetizzato Alfredo:
Bisogna andare via per molto tempo, per moltissimi anni, per trovare, al ritorno, la tua gente, la terra unni si nato.
Pochi giorni dopo Alfredo, viene “seppellito” anche il Nuovo Cinema Paradiso, chiuso da sei anni:
Non veniva più nessuno. Lei lo sa meglio di me. La crisi, la televisione, le cassette… Oramai il cinematografo è solo un sogno. Adesso l’ha acquistato il comune per farci il nuovo parcheggio pubblico. Sabato lo demoliscono. Che peccato.
Spaccafico interpretato dal sempre ottimo Enzo Cannavale
Salvatore non dovrà dire addio solo alla sua infanzia, ma anche al grande amore perduto: tra le riprese amatoriali che aveva girato da ragazzo ritrova quelle di Elena. Visibilmente turbato, si confida così alla madre:
Ho sempre avuto paura di tornare. Ora, dopo tanti anni, credevo di essere più forte, di avere dimenticato molte cose, e invece mi ritrovo tutto davanti, come se fossi rimasto sempre qui.
L’iconica scena finale riappacifica parzialmente Salvatore con il suo passato grazie alla magia del cinema, quello stesso cinema che l’aveva separato dal suo grande amore.
Le 3 versioni di Nuovo Cinema Paradiso
Nuovo Cinema Paradiso venne presentato in 3 diverse versioni al pubblico:
- Al Festival EuropaCinema di Bari, il 29 settembre 1988, venne proiettata la versione estesa di 173 minuti
- Nei cinema nel novembre 1988 approdò la versione da 155 minuti, che fu un flop
- Nel marzo 1989 il film tornò in sala nella versione da 123 minuti, e cominciò a macinare successi.
Differenze tra la versione “da Oscar” di 123 minuti e la director’s cut da 173 minuti
Sarò sintetico ed eviterò spoiler: la versione breve è la più godibile, quella lunga è assai più completa ma più amara.
Nuovo Cinema Paradiso è un film sulla nostalgia per l’infanzia e l’adolescenza perdute, quei periodi della vita dove, nonostante i problemi, tutto sembra più bello e autentico, quasi magico, e la vita è aperta a tante felicità possibili. La versione breve, detta “internazionale”, si concentra su questa fase della vita di Salvatore per un’ora e mezza, accompagnando il protagonista fino al passaggio all’età adulta; gli ultimi venti minuti sono dedicati al ritorno in Sicilia per il funerale di Alfredo e sono impregnati di una malinconia “buona” che tocca corde profonde.
La versione director’s cut, di quasi 3 ore, mantiene in equilibrio il minutaggio tra la prima parte, dedicata al passato siciliano del protagonista, e il presente, aggiungendo un personaggio fondamentale: Elena adulta. Salvatore, dopo il funerale di Alfredo, rimane colpito dalla rassomiglianza di una studentessa col suo primo grande amore: può essere solo la figlia di Elena. E i due si ritrovano dopo oltre 30 anni… Si scopre così come andarono veramente le cose al momento della separazione, quando non riuscirono nemmeno a salutarsi. La verità ridefinisce la figura di un personaggio importante della storia… se volete sapere di più, guardatevi il film o leggetevi la trama di Wikipedia.
La versione director’s cut chiude tutti i cerchi e i protagonisti ne escono più definiti e completi, ma è più amara. Salvatore è un uomo realizzato a metà: la sua carriera da sogno non gli ha dato la felicità e nessuna delle tante donne che ha avuto è riuscita a colmare il vuoto lasciato da Elena. La casa natale e il proprio paese gli restituiscono in parte la gioia di un tempo, ma si sa che la permanenza sarà breve… La bella sequenza finale – identica a quella della versione internazionale – non basta a risollevare il morale, casomai dà la spallata decisiva a qualche lacrima indecisa.
Quale versione guardare?
Il mio consiglio è di guardare prima la versione internazionale, quella da 123 minuti: godetevela fino in fondo in tutta la sua toccante nostalgia. Poi, in un secondo momento, affrontate le 2 ore e 53 minuti della director’s cut.
Il motivo? La cosiddetta director’s cut è in realtà la versione provvisoria del film montata in fretta e furia per il Festival di Bari. Ne risente in particolar modo la seconda parte del film, con alcune situazioni tirate per le lunghe che fiaccano il ritmo. Personalmente mi convince poco anche l’incontro di Salvatore ed Elena da adulti: pur essendo plausibile e realistico, lo etichetto come “cose da film”, sogni che nella vita vera non si concretizzano; ma questo è, come detto, un giudizio personale.
PS: il mio voto al film si riferisce alla versione internazionale, alla director’s cut darei 8-8,5.
Nella versione integrale, il regista da spazio a un finale da sogno, forse inverosimile, ma ricco di emozioni. Rincontrarsi dopo 40 anni da un senso a perché quell’incontro non e’ mai avvenuto. Cordiali saluti
Sicuramente la versione integrale spiega di più, ma io sono convinto che un film non debba necessariamente spiegare tutto. D’altronde la vita, molto spesso, è piena di parentesi aperte e mai chiuse.