Vi capiterà, parlando con amici o colleghi (per chi ha un lavoro), di sentire questa frase buttata lì con la stessa leggerezza con cui si risponde “tutto bene, e tu?” alla domanda “come va?”.
“Va che quest’anno il Natale proprio non lo sento.”
Segue caduta di palle (non di Natale: le mie).
Ohibò, dico io, non bastano le luci delle città e l’approssimarsi del 25 dicembre per “sentire” il Natale. Neanche il panettone, i regali, babbo Natale… Pure il presepe e l’alberello diventano un fastidioso impegno, se non si sente il Natale.
Sono tentato di tirare fuori la vecchia storia del ritrovo in famiglia – sì, la famiglia, quella cosa formata da due genitori che fanno dei figli, e poi si ritrovano coi genitori dei genitori (i nonni, cercate sul dizionario la definizione), i fratelli dei genitori e i figli dei fratelli dei genitori, eccetera – ma quale famiglia? Quella tradizionale, allargata, di destra (sono contro al divorzio… degli altri) o di sinistra (sono per il divorzio… degli altri), etero gay o bi? È chiaro che a tirare in ballo la famiglia, oggi, non se ne esce più.
I più arguti e con un minimo di 5 lezioni di catechismo nel curriculum alzano la mano: “io, io la so! Il Natale è Gesù che nasce in una mangiatoia con Maria, Giuseppe, il bue e l’asinello!”
Be’, sì il Natale è quella roba lì, ma cercate di ragionare un po’. Gesù è nato in un postaccio, in campagna, mica in Piazza di Spagna. E Giuseppe non è passato porta a porta a lasciare un invito con link per Google Maps. Ok, c’era la stella cometa, ma è arrivata in ritardo e l’hanno seguita in 3: mica tanti.
I primi a vederlo sono stati i pastori, gente semplice che ha fatto un gesto che per noi, oggi, sarebbe rivoluzionario: si è messa in cammino. Non hanno aspettato la newsletter, l’sms, i saldi: sono andati a vedere.
Insomma, se ancora non lo avete capito, quello che volevo dire è che il Natale c’è, arriva ogni anno, ma sentirlo non è automatico: bisogna cercarlo, andargli incontro, seguire un indizio (una stella, una persona, uno scampanio) e andare a vedere.
“A vedere cosa?” chiede l’omino in ultima fila che ha trovato solo ora “nonni” su Wikipedia.
Scusate se non gli rispondo, ma sono già in viaggio.
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