Juventus – Real Madrid: perché il 3 giugno vinciamo noi

14 Mag 2017 | Sport | 0 commenti

Gianluigi Buffon esulta - Juventus 2017

C’era una volta un ragazzo con un sogno tra le mani: vincere la Coppa dei Campioni. Quel ragazzo è cresciuto e con le mani è diventato davvero bravo: prima al Parma, poi alla Juventus, ha alzo trofei a ripetizione, fino al Mondiale tedesco del 2006. Ma il suo sogno è sempre quello: alzare la coppa dalle grandi orecchie, la Uefa Champions League.

Ci è andato vicino due volte, e per due volte si è dovuto inchinare ad avversari in stato di grazia. I “se” non importano: se ci fosse stato Nedved, se avessero fischiato rigore su Pogba, se avesse segnato Tevez… E così, all’alba dei quaranta, quel bambino è ancora col suo sogno fra le mani, pronto a giocarsi la terza chance di realizzarlo. Forse l’ultima. (Forse.)

Io non credo alle favole

Di sogni a lieto fine ne ho visti pochi nel mondo del calcio e poi, nel calcio, il lieto fine non esiste. Guardate alla favola Leicester: Ranieri a 64 anni vince il primo scudetto della sua vita, una provinciale vince la sua prima Premier League in 132 di storia mettendo in fila squadre blasonate, sceicchi e magnati. Bello, vero? Neanche un anno dopo il Leicester rischia la retrocessione e Ranieri viene esonerato. Per credere alle favole nel calcio bisogna isolarle dal contesto, ignorare quello che c’è intorno, sigillare un istante e dimenticare il resto.

Quella di Gigi Buffon sarebbe la favola più bella: il miglior portiere della storia del calcio (o uno dei primi 3) che, a un passo dalla pensione, dopo aver vinto tutto, dopo aver accettato la Serie B da Campione del mondo, dopo aver stretto i denti nelle annate disastrose della ricostruzione e ingoiato rospi da un quintale come al mondiale sudafricano, arriva alla finale più bella contro la squadra più bella (almeno esteticamente: Cristiano Ronaldo, Sergio Ramos e Gareth Bale son bei ragazzi…) e vince, alza la coppa, trionfa davanti al mondo! I tifosi – non solo della Juve, ma del calcio intero – in delirio per il grande Gigi, perché quando vince il Migliore un po’, nel profondo, sono tutti contenti.

Gianluigi Buffon bacia la Coppa del Mondo

Questa coppa è tua, Gigi: abbracciala, baciala, stringila forte. È tua prima ancora che di Dybala, fenomeno vero contro il Barca, Higuaín, micidiale col Monaco, Dani Alves, incontenibile dopo la fase a gironi, Mandžukić, arma fisico-tecnico-tattica devastante sulla fascia, e tutti gli altri, sempre all’altezza della situazione. Ma sì, salutiamoli tutti: Barzagli, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro, Pjanić, Khedira, Marchisio, Cuadrado, Rugani, Pjaca, Benatia, Lichtsteiner, Sturaro, Lemina, Asamoah, Neto, Kean, Rincón, Audero, Mandragora, Mattiello… e mister Allegri, che ha stupito tutti, forse anche sé stesso. Già li vedo correre sotto la curva, per esultare con i tifosi…

Vi sembra una favola? Sbagliato, è un incubo.

È l’incubo di Buffon in Champions: dopo 2 tentativi andati a vuoto, la terza finale è con il Real Madrid, la squadra più vincente in Europa, la squadra che non sbaglia le finali, la squadra che ha ribaltato l’Atletico nei supplementari dopo aver raggiunto il pari in pieno recupero.

È l’incubo della Juve in Champions League: 8 finali, 2 vittorie – la prima con la morte nel cuore.

È l’incubo dei tifosi juventini, che sì, gli scudetti son belli, ma la Champions è un’altra cosa.

Io non credo alle favole. Per fortuna questa non è una favola, ma un incubo. E sì, credo agli incubi.

Credo anche che sia arrivato il momento di svegliarci, prendere quella coppa, saltare urlare brindare abbracciarsi, nel bar come a Cardiff.

Ecco perché il 3 giugno a Cardiff vinciamo noi.

Juventus - Real Madrid- Finale di Champions League 2017 a Cardiff

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