Oggi alle 17 mi presento al cinema Sarti di Faenza per vedere questo *capolavoro* di Jean Eustache (chi?) armato fantozzianamente di:
- Coca-Cola erroneamente senza caffeina
- Brick di vino rosso Ronco da 125 ml
- Patatine Più Gusto tragicamente all’aroma di pomodorini
La missione è vedere (finalmente) La maman et la putain, *capolavoro* della Nouvelle Vague del 1973 della durata di 3 ore e 44 minuti, in bianco e nero (va beh) sottotitolato (va beh… tuttavia il film consiste in dialoghi pressoché ininterrotti e 0 azione: in pratica è stato come leggere Guerra e Pace in 4 ore).
Passo la prima ora ad accertarmi di non aver avuto un ictus: pare che la causa sia stata l’alimentazione discutibile sommata al precedente pranzo tardivo (alle 15:30).
Il film ingrana, alcuni dialoghi sono magistrali.

Le due protagoniste sono donne bellissime che fanno di tutto per nasconderlo, ma quando “la maman” resta senza veli la perfezione delle sue forme ferisce; lo stesso dicasi per “la putain”, alla quale basta sciogliersi i capelli per l’effetto wow.

Però a colpirmi maggiormente è la bellezza del protagonista maschile, per quanto anomala, imperfetta, a tratti poco virile: Jean-Pierre Léaud, una sorta di Alain Delon dopo l’incidente, è straordinario anche nella sua inconsistente fisicità.

Il film avrebbe tanto da dire, ma la signora dietro di me, che ha passato almeno mezz’ora a chiacchierare, intorno all’ora e mezza inizia a russare.
A metà film ho vinto la mia battaglia con la digestione e scongiurato provvisoriamente l’ictus, e c’è l’intervallo. Brevissimo: 2 minuti e si riparte.
Dopo tre ore di una commedia sul vuoto esistenziale dei giovani francesi, riempito di sesso e cultura a chili, l’ultima ora si consuma il dramma sentimental-esistenzial-sessuale e alla fine, dopo che è stato detto tutto e il contrario di tutto annientando 2.000 anni di cristianesimo e 200.000 anni di evoluzione socio-amorosa, i protagonisti (lui e la putain) decidono incredibilmente di sposarsi. E tutti vissero. Felici e contenti? Chissà.
Cosa serve per vedere il film
- saper leggere
- saper tacere
- un po’ di pazienza
- una buona dormita alla spalle
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