Home 9 Ho visto 9 La zona d’interesse premiato con l’Oscar, ma…

La zona d’interesse premiato con l’Oscar, ma…

Recensito venerdì 15 Marzo 2024
Anno: 2023
Durata: 105 minuti
Regia: Jonathan Glazer
Sceneggiatura: Jonathan Glazer
Produttore: James Wilson, Ewa Puszczyńska
Cast: Sandra Hüller, Christian Friedel

Dieci anni dopo Under the skin, Jonathan Glazer torna a dirigere un lungometraggio.

La zona d'interesse, tratto dal romanzo di Martin Amis, racconta la vita quotidiana di Rudolf Höß, comandante del campo di concentramento di Auschwitz, e della sua famiglia, che si svolge serenamente a 50 metri dalle mura di Auschwitz.

Premiato con l'Oscar di miglior film in lingua straniera 2024, mette in scena da un punto di vista inedito il dramma dell'Olocausto, senza tuttavia convincere pienamente.

Voto

6.5

Dieci anni dopo Under the skin, Jonathan Glazer torna a dirigere un lungometraggio.

La zona d'interesse, tratto dal romanzo di Martin Amis, racconta la vita quotidiana di Rudolf Höß, comandante del campo di concentramento di Auschwitz, e della sua famiglia, che si svolge serenamente a 50 metri dalle mura di Auschwitz.

Premiato con l'Oscar di miglior film in lingua straniera 2024, mette in scena da un punto di vista inedito il dramma dell'Olocausto, senza tuttavia convincere pienamente.

Dove vederlo

Guarda la video-recensione di La zona di interesse

Tre critiche a La zona d’interesse

Riporto tre commenti al film di Glazer che ho fatto miei in quanto sintetizzano, con sfumature diverse, pregi e limiti del film.

La zona di interesse è un film di una inconsistenza assurda che scimmiotta il rigore di un certo cinema d’autore “gelido” e che risulta finto in maniera esasperata annoiando dall’inizio alla fine. Verso la fine per me il racconto cinematografico è diventato involontariamente ridicolo, una specie di farsa in cui manca qualsiasi spunto creativo.

Non avvengono trasformazioni di alcun tipo né dentro le sequenze né dentro le scene né dentro l’intero film: una noia mortale. L’idea di base, anche se è una storia vera, della villetta che confina nel campo di Auschwitz poteva andare bene per un cortometraggio di 10 minuti.

Non ci sono personaggi ma solo figurine che in qualche modo dovrebbero servire a far camminare la storia. Probabilmente il film più inconsistente sul tema dell’olocausto in questo periodo di inconsistenza totale dei premi Oscar.

Non mi ha addentro nemmeno a fare nessun tipo di paragone con grandi film dell’anno come Perfect Days o Io, capitano: questo è un non film, è un’esposizione ideologica per immagini, ha impatto emotivo zero.

Un’idea basta a fare un film? L’idea è il punto di partenza di un lavoro enorme che sarà poi il film finito. Questo signore ha pensato bene di saltare tutto il processo faticoso di lavoro e di esporre direttamente l’idea di base in immagini ripetuta per 105 minuti. Dovrebbe davvero completare il corso alla scuola di cinema.

Il miglior film sul tema per me rimane Il figlio di Saul, film di una potenza spaventosa che non ti scordi mai più e che rende davvero in modo implacabile la mostruosità dell’olocausto, anch’esso premiato con Oscar al film in lingua straniera, ma ormai più di qualche anno fa, quando questi signori avevano ancora qualche scampolo di credibilità. Ora hanno buttato la maschera.

Fabio Del Greco, regista – recensione completa

La zona d’interesse ha vinto l’oscar. Dopo la sequenza di un quarto d’ora col nazista che accendere le luci del corridoio sono crollato, mi sveglio dopo 10 minuti pieno di sensi di colpa perché se ti addormenti mentre si parla di Auschwitz forse sei proprio come quei nazisti là. “Che è successo mentre dormivo?” L’amico al cinema con me: “il nazista ha spento la luce”. La zona d’interesse è un film con una buona idea, un film con un regista che ci tiene a ripetere per 105 minuti quanto sia buona questa idea, che per 105 minuti non suscita nello spettatore altro che un “mamma mia quanto sono insensibili al dolore altrui questi nazisti”. Peccato perché l’idea era davvero buona. Ma per fare un film non basta un’idea, serve il film. E sta zona d’interesse semplicemente non è un film, è il pitch che presenti al produttore quando cerchi i soldi per farlo. E quello poi ti chiede: ok ma poi che succede?

Giovanni Scifoni, attore, su Facebook

Visto il film celebrato dai cinefili come pazzesco rivoluzionario geniale (La zona d’interesse). Per me 6,5/10
Un bel film con diversi pregi ma anche tanti limiti proprio laddove punta le fiches più grosse. Idea peraltro già portata da Il figlio di Saul (pure lui con gli stessi limiti).

Dal momento che sai con cosa riempire i vuoti, le immagini oltre il muro… è tutto un finto implicito, non c’è nessuna differenza in realtà tra questi 2 film e Schindler’s list. Ma al cinefilo piace da morire avere l’impressione di aver capito tantissime più cose rispetto a quelle che stanno nell’immagine e piace quella sorta di vendetta sul cinema esplicito che farebbe pornografia del dolore. Invece questi 2 film Interest e Saul non lo fanno, sono sopraffini, hanno rispetto per l’Orrore che non-può-essere-visto deve essere solo intuito e immaginato, così assurge al rango dell’assoluto e ci si possono fare chilometrici discorsi metacinematografici, dotte citazioni a deleuze-ballard-artaud…

In realtà se c’è un continuo puntare su quello-che-non-si-vede ma che è ovvio che che tu sai, allora non c’è una reale differenza tra l’esplicito e l’implicito, è solo un artificio per solleticare il pubblico smaliziato.

Il vero cinema sul non-visibile lo hanno fatto in altre occasioni, Lynch ovviamente, Bela Tarr… devi avere il coraggio di toglierlo proprio l’oggetto reale dall’intreccio, non è che basta metterci un velo sopra. Perché vi entusiasmate tanto per questi artifici in realtà facili facili. Per il resto messa in scena esteticamente magnifica, egregio uso del suono. Ci sa fare Glazer è indubbio.

Alessandro Marinelli sul gruppo Fuori Orario, cose (mai) viste

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.