
Nelle ultime settimane ho ripassato la discografia dei miei amati Oasis, la prima band che ho iniziato ad ascoltare “da solo”, senza consigli di famigliari e amici, alla quale sono legato visceralmente dal 1997 – 25 anni!
Ricordo ancora la gioia per l’acquisto di Be here now, il mio primo cd che mi ostino a indicare come il mio preferito in assoluto; la spasmodica attesa del quarto album, Standing on the shoulder of giants, e la delusione cocente del primo ascolto (nonostante alcuni brani importanti come Go let it out, Sunday morning call e Roll it over); il mio primo concerto – da solo all’Heineken Jammin’ Festival di Imola! – e le esibizioni svogliate dei fratelli Gallagher (una volta Liam lasciò il palco dopo una manciata di brani e Noel tirò avanti fino al minimo sindacale di 1 ora per incassare il cachet).
Dunque, ripassando la loro discografia ho iniziato a dire: “ecco, questa è la mia preferita, quest’altra è da podio, questa da prime cinque o almeno prime dieci”. Allora mi son detto: perché non fare una classifica dei migliori 10 brani degli Oasis? I miei preferiti, naturalmente.
Passando al setaccio la produzione degli Oasis, non è stato semplice selezionarne solo 10. Ne è venuta fuori una classifica che non accontenterà nessuno, forse nemmeno me, ma può riservare qualche sorpresa.
Un paio di curiosità prima di iniziare:
- 9 canzoni su 10 appartengono al periodo 1994-1997
- non c’è nessuna canzone degli ultimi 3 album della band
- Wonderwall non è al n. 1
10. Gas panic!
da Standing on the shoulder of giants (2000)
Una canzone acida e roboante sulla tossicodipendenza è l’apice della produzione post-disintossicazione degli Oasis. I 6 minuti di Gas panic! trascinano l’ascoltatore nei bassifondi della vita, mentre un testo allucinogeno racconta i fantasmi della droga. Un capolavoro.
Curiosità: è l’unico brano di questa top ten a non essere uscito come singolo (anche se The masterplan è solo una b-side).
9. Whatever
singolo indipendente (1994)
Uscito come singolo indipendente a cavallo tra il primo e il secondo album, Whatever è uno dei brani più ruffiani partoriti da Noel Gallagher, con tutti quegli archi il tasso glicemico va alle stelle. Proprio per questo è irresistibile.
8. D’you know what I mean
da Be here now (1997)
Brano d’apertura di Be here now, i suoi 7 minuti e 43 secondi introducono alla follia che seguirà.
Su un tappeto musicale chiassoso e urbano si agitano le chitarre dei nostri, mentre la voce pazzesca di Liam ripete all’infinito All my people right here, right now / D’you know what I mean? Yeah, yeah.
L’incedere di D’you know what I mean ha qualcosa dei Verve di Urban Hymns, ma Be here now è uscito con un mese d’anticipo e – parere mio – si mangia a colazione il lavoro di Ashcroft & co.
7. Wonderwall
da (What’s the story) Morning glory? (1995)
La canzone cardine della carriera degli Oasis è un brano pop cadenzato, etereo e asciutto (specie se paragonato alle canzoni di quel periodo, su tutte Whatever) che non lascia scampo. Resta un episodio singolare e unico nel catalogo della band di Manchester.
Non ho mai compreso veramente i motivi del suo successo planetario. Forse, semplicemente, la “maledizione del fan” ha colpito anche me: ogni fan che si rispetti non apprezza appieno il maggior successo della sua band preferita.
6. The masterplan
b-side del single Wonderwall (1995)
The masterplan è il lato B di Wonderwall, insieme formano probabilmente il miglior singolo mai pubblicato (inteso come accoppiata lato A / lato B). Perché se Wonderwall è la canzone più celebre e celebrata degli Oasis, The masterplan – secondo il sottoscritto – le è addirittura superiore.
Si tratta della più classica delle ballate rock di Noel Gallagher, da lui stesso interpretata, che vive un crescendo che culmina in un ritornello idilliaco.
Niente di rivoluzionario, ma è perfetta.
5. Live forever
da Definitely maybe (1994)
Una delle canzoni-manifesto dell’album d’esordio, Live forever è un inno alla vita semplice e diretto che trasuda gioventù da tutti i pori.
Fece epoca al punto da esser nominata nel 2006 canzone del secolo dal mensile Q, nel 2007 miglior inno indie di tutti i tempi dal settimanale New Musical Express (NME) e nel 2012 miglior canzone britannica di sempre dalla radio Xfm.
4. All around the world
da Be here now (1997)
All around the world è il penultimo brano nella scaletta di Be here now, il terzo album degli Oasis che va a chiudere il periodo d’oro della band. Periodo d’oro che, guarda caso, coincide con quello della tossicodipendenza; ma questa è un’altra storia.
Dopo tre minuti All around the world è bella che finita, ma i nostri la tirano avanti per altri 6 minuti (per un totale di 9’20”). Sarà anche sovraprodotta (come il resto dell’album) e ridondante fino alla nausea, ma vorrei non finisse mai.
(purtroppo il video ufficiale dura solo 7 minuti)
3. Don’t look back in anger
da (What’s the story) Morning glory? (1995)
Apre il piano, entra la chitarra, si unisce la batteria. E siamo dentro. Come attacca la voce di Noel, è chiaro che siamo nella leggenda.
Don’t look back in anger ha un pregio raro: è bella tutta, fin dalle prime note, come un unico ritornello. Ma poi il ritornello arriva per davvero, e ciò che è bello diventa sublime.
2. Supersonic
da Definitely maybe (1994)
Supersonic è il primo singolo degli Oasis. Con un paio di versi – I’m feeling supersonic / Give me gin and tonic – Noel Gallagher mette subito in chiaro che a) sono dei patacca e b) sono dei cazzoni.
Canzone da sboroni come poche, segna l’inizio (spensierato e drogato) di una delle ultime grandi rock band inglesi. Leggendaria.
1. Champagne supernova
da (What’s the story) Morning glory? (1995)
La canzone che chiude (What’s the story) Morning glory? è una ballata astratta e psichedelica che, al pari di Wonderwall ma in modo diverso, resterà un unicum nella discografia degli Oasis. La canzone si impenna nel finale, con assoli di chitarra epici che confluiscono in una coda pacificatoria, dove tutto viene sommerso da un mare di… champagne.
Nel 2005 Noel Gallagher, autore del brano, ha affermato di non aver ancora deciso di cosa parla esattamente Champagne supernova. In seguito ha raccontato questo aneddoto:
Uno scrittore stava parlando del testo di Champagne Supernova e mi ha detto: “Sai, l’unica cosa che impedisce che sia un classico sono i testi ridicoli”. E io ho detto: “Cosa vuoi dire con questo?” E lui disse: “Beh, camminando lentamente lungo il corridoio, più veloce di una palla di cannone – cosa significa?” E io dissi: “Non lo so. Ma mi stai dicendo che quando hai 60.000 persone che lo cantano, non sanno cosa significa? Significa qualcosa di diverso per ognuno di loro.”
Qual è la vostra canzone preferita degli Oasis?
Leggendo e ascoltando la mia top ten degli Oasis, c’è una canzone che proprio non vi piace? O una che avreste inserito?
Ditelo nei commenti.
Premetto che non sono un fan sfegatato, ma a mio gusto mancano Stand By me e Stop Crying you heart out, che sono brani di spessore.
Champagne supernova prima ci sta,anche se dura 2 minuti di troppo, ma al secondo podto vedrei don’t look back in anger.
Comunque erano meglio i Blur!
Stand by me è la prima delle escluse.
Stop crying you heart out, ascoltata di fianco alle canzoni top della band, si sente che è di un livello inferiore (più “commerciale”, meno originale).
Don’t look back in anger seconda? In effetti… è quasi un pari merito.
I Blur… bah! La rivalità era una montatura commerciale per vendere di più. Con gli anni la differenza tra le due band mi sembra sempre più grande (a favore degli Oasis). Ma questi sono dettagli…
I Blur e gli Oasis son stati davvero avversi per volere del marketing, ma gli inglesi se la presero a cuore perché rappresentavano due estrazioni sociali completamente diverse. I Blur i perfettini, un po’ artisti, un po’ snob, un po’ ricchi dell’Inghilterra bene. Gli Oasis quelli venuti dalla periferia, dalla strada, dai capannoni, la classe operaia. Una storia vera dell’Inghilterra degli anni ’90 di Blair e anche tremendamente così Marketing. Bella classifica!
La mia preferita in assoluto di questo fantastico gruppo, in realtà non esiste. Sono talmente tanti i pezzi emblematici che hanno scritto che fare una classifica mi risulta difficile. Sicuramente i primi 9 che hai messo sono degli ever green che era impossibile escludere.. “Acquiesce” l’avrei messa alla n. 10 al posto di “Gas Panic”. Oppure avrei inserito brani incredibili come “Talk Tonight” o “Rockin’ Chair” o “Magic Pie”. Insomma ovunque peschi fino ai dischi del 2000 peschi bene. Poi purtroppo il livello secondo me scende. Brani del tipo “Stop crying your heart “ o “Little by little” a mio avviso sono più brutti dei brani minori (quelli che non sono usciti come singoli per intenderci) precedenti al 2000. Se dovessi consigliare a un neofita qualche ascolto per farsi un’idea di chi sono gli Oasis lo indirizzerei sui primi tre dischi, più “The Masterplan” come bonus.
Peccato che “Take me” sembri dimenticata. A me piace un sacco 🙂
Dici Take me away? È dura inserirla nelle prime dieci. Io ad esempio adoro Bonehead’s bank holiday, ma sarebbe stato esagerato metterla in top 10
Un gran bell’articolo,adoro gli Oasis e concordo su quasi tutta la classifica,anche se la mia preferita di sempre è whatever.
Grande band,i due fratelli dimostrano ancora oggi, da solisti,di avere qualche cartuccia da sparare,segno che la classe c’è.
Ma anche io preferisco i Blur,mi piacciono tantissimo entrambe le band ma mi sporgo più volentieri in direzione di Damon.
Io, al contrario, faccio fatica con i Blur. Li trovo anche molto diversi dagli Oasis, forse è stata più una rivalità mediatica che altro.