Un bestseller, se è ben fatto, cattura l’attenzione del lettore, lo assorbe e non lo lascia più fino alla fine. Una storia avvincente, un thriller mozzafiato, un amore meraviglioso rapiscono il lettore per un certo lasso di tempo. Sì, perché i bestseller spesso e volentieri contano un bel numero di pagine: dalle 800-1000 di Ken Follett alle 350 di Fabio Volo. Ci vuole tempo per leggere un bestseller. Sei sicuro ne valga la pena?
L’attualità dei classici
Le librerie non hanno solo novità. Scoppiano di classici, antichi e moderni. Cos’è un classico? Prima ti dirò cosa non è: un polpettone noioso scritto in una lingua astrusa da gente morta e sepolta.
Un classico è un libro che si è distinto da tutti gli altri per il modo originale dell’autore di affrontare tematiche nuove o vecchie, divenute poi uno standard letterario imitato da altri scrittori (solitamente con meno successo). Originale, ovvero unico perché personale; personale, perché trae origine dall’essenza dell’esperienza umana dell’autore.
Per questi motivi un classico è tale sia per la qualità della scrittura che del contenuto. Ciò non significa che ogni classico sia umanamente edificante o stilisticamente all’avanguardia, ma sicuramente si tratterà di un testo che sfida il lettore a prendere una posizione perlomeno culturale.
Non mi dire che posso leggere solo classici…
Oltre ai sempreverdi Dostoevskij, Steinbeck e Pirandello, c’è un oceano di scrittori emergenti che hanno un sacco di cose da dire. Probabilmente nessuno di loro scriverà mai un classico, ma altrettanto probabilmente ti offriranno qualcosa di più originale rispetto a chi mette sul banco un libro da 800 pagine ogni dicembre.
Questo testo avrei voluto scriverlo io. Commento banale, ma vero.
Forse l’abilità di un vero scrittore è quella di sapersi rinnovare ogni volta senza ripetersi… I best sellers odierni si basano sulla serialità appunto, su un genere, anche King è seriale a suo modo. Ecco, i veri autori sono quelli che sperimentano e non si guardano mai indietro