Melodie che odorano di libertà. Libertà di costruzione, libertà di espressione. Prima e dopo questo album, i Built to Spill non si sono ripetuti. Non a questi livelli (anche se Ultimate Alternative Wavers e Keep It Like A Secret sono grandi album).
Immaginatevi distesi in un lettino, al sole, in una spiaggia ad alta quota, a ricevere un massaggio delicato ed energico allo stesso tempo. Ecco, è precisamente quello che si prova ascoltando Perfect from now on.
Le 8 tracce di Perfect from now on sono imprevedibili come il cielo d’aprile. Senza ritornello, senza uno sviluppo consequenziale (dimenticate strofa-strofa-ritornello-strofa-ritornello, lo schema su cui si basano il 98% delle canzoni), senza l’urgenza di comprimere in 3 minuti la voglia di raccontare e trasmettere emozioni. Senza niente? No, con tutto.
Prendete Stop the show. 3 minuti di introduzione, poi la canzone si accende e quando sta per raggiungere il culmine… finisce. Sì, finisce. Lasciando un dolce retrogusto nelle orecchie. Ma sono soprattutto Velvet Waltz, Out of Sight e Kicked it in the Sun a scavare il solco. Le troviamo di fila: numero 5, numero 6, numero 7: saliscendi, impennate, respiri profondi, dolcezza e aggressività: l’impatto è devastante, prima della conclusiva, lunghissima (8:53) e “pacificatoria” Untrustable pt. 2.
Perfect from now on: la promessa è stata mantenuta.
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