Inflammable material, planted in my head / It’s a suspect device that’s left two thousand dead
Suspect device
Inizia così uno degli album più travolgenti della storia della musica rock. I nordirlandesi Stiff Little Fingers incidono Suspect device e Wasted life nel 1977, ovvero due dei brani più violenti di quello che due anni dopo sarebbe stato il loro disco d’esordio: Inflammable material. La voce graffiante di Jake Burns lancia anatemi sociali, anti sistema e contro la guerra, firmando veri e propri inni generazionali punk.
Inflammable material non è solo un album punk, ma già post-punk. Quasi che gli Stiff Little Fingers, accorgendosi dei limiti del movimento musicale e culturale punk, provassero a superarli. Ecco allora due gemme come Barbed wire love e Johnny was.
Barbed wire love è uno scanzonato rock ‘n’ roll con coretti doo-wop stile anni Cinquanta. Oggi sarebbe un instant classic.
Johnny was è una cover di Bob Marley che è quasi impossibile distinguere dal brano originale. Elementi di reggae emergono qua e là, mentre l’intensità sale trascinata dal canto roco e stridulo di Burns, fino agli ultimi minuti di puro frastuono chitarristico. La storia è quella di una madre che raccoglie il figlio, ammazzato in mezzo alla strada da un proiettile vagante. Gli Stiff Little Fingers hanno trasformato una malinconica ballata di 3 minuti di Marley in un furibondo e martellante delirio di 8 minuti, dove “Johnny was a good man” da frase per consolare la madre diventa slogan contro il sistema. Un capolavoro.
Ma il punto più della discografia degli Stiff Little Fingers, nonché uno dei brani punk più importanti di sempre, è probabilmente Alternative Ulster, un brano che sa essere inno rivoluzionario ed esistenziale allo stesso tempo perché scaturisce dall’esperienza quotidiana di Burns & co per le vie di Belfast.
Is this the kind of place you want to live?
Is this where you want to be?
Is this the only life we’re gonna have?(È questo il tipo di posto in cui vuoi vivere? È qui dove vuoi stare? È questa l’unica vita che avremo?)
Alternative Ulster
Versi come questi rivelano un’urgenza di vivere, capire, lottare, cambiare il mondo che non possono lasciare indifferenti.
Si chiude così un album che, oltre alle cinque canzoni citate, contiene altre piccole gemme tra le quali sarebbe un peccato non ricordare almeno Law and order.
Dopo questo esordio clamoroso, gli Stiff Little Fingers riuscirono in parte a ripetersi con il successivo Nobody’s heroes, che contiene altri anathem memorabili (Fly the flag, Gotta gettaway, Tin soldiers, Nobody’s heroes); quindi la rabbia e la potenza degli esordi si è andata affievolendo, come anche il canto di Burns, oggi irriconoscibile – ha messo su 30 kg ed esibisce una voce melodiosa, ma i loro live sono ancora una bella botta di vita.
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