Terraferma racconta le diverse reazioni degli abitanti di un’isola all’arrivo dei primi immigrati africani. Lo fa con qualche piccola ingenuità (il giovane isolano Filippo è davvero troppo fuori dal mondo per ignorare il significato di “topless”), ma i personaggi sono ben costruiti e la storia, benché semplice, è coinvolgente. Gli splendidi scenari dell’isola di Linosa fanno il resto.
Crialese tratta un tema delicato come quello dell’immigrazione e della clandestinità con tatto, fuggendo gli stereotipi e concentrandosi sul lato umano della questione.

Con Terraferma ci ricorda che l’immigrazione è un fatto umano, prima ancora che politico e sociale. Sono le persone che emigrano e lo fanno per fuggire o per (in)seguire un marito, un lavoro, un sogno. Lo “spostamento di persone” da un continente all’altro genera incontri e scontri che a volte possono essere decisivi. Così sarà per Filippo, interpretato dal bravissimo Filippo Pucillo, e per sua madre, un’ottima Donatella Finocchiaro.
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