Uomini di Dio: un film per tutti
È inutile dire che un film del genere dovrebbe esser visto da tutti: cristiani, atei, musulmani, eschimesi, terroristi, pacifisti, politici, camerieri, scrittori, idealisti, carcerati, mafiosi, donne incinta, eccetera eccetera.
Perché? Perché mostra quanto può essere grande, bella e piena la vita di ogni uomo.
Non rivelo altro, ma vi lascio con una serie di domande. Se vi interessano le risposte, guardatevi il film!
- cosa ci fanno dei monaci cristiani in un paese musulmano?
- qual è l’atteggiamento dei musulmani verso i missionari cristiani?
- se minacciati dal terrorismo, ha senso rifiutare la protezione militare e restare nella propria casa?
- cosa c’entra la fede con quel che capita tutti i giorni? Aiuta a vivere od ostacola la ragione?
- ogni scelta è per forza una rinuncia?
- è un controsenso credere in Dio e avere paura della morte?
- si può vivere in comunità (o in comunione) senza rinunciare alle idee e ai sentimenti personali?
- cos’è veramente il martirio?
- non è che i cristiani, per una sorta di masochismo estremo, godano a farsi martirizzare?
- si può essere liberi in qualsiasi circostanza, anche sotto la minaccia della morte?
Note e curiosità su Uomini di Dio
Nonostante la vastità umana trattata, la pellicola dura (solo) 120 minuti. Come un film normale. Ma non è un film normale.
Ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2010 (in pratica il secondo premio).
Il regista Xeavier Beauvois ha 43 anni e cinque film alle spalle, tutti pressoché sconosciuti in Italia. Ha recitato come attore in oltre 20 pellicole.
Jacques Herlin (padre Amédée) è del ’27, ma dimostra dieci anni di più (foto).
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