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Veloce come il vento: vacca boia che figata!

Recensito giovedì 1 Settembre 2016
Anno: 2016
Durata: 119 minuti
Regia: Matteo Rovere
Sceneggiatura: Filippo Gravino, Francesca Manieri, Matteo Rovere
Produttore: Domenico Procacci
Cast: Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Paolo Graziosi
Alla morte del padre, la diciassettenne Giulia De Martino, pilota di Gran Turismo, e il suo fratellino vengono affidati al fratello maggiore Loris, tossicodipendente che vive in una roulotte con la compagna tossica. Senza la guida del padre, che era anche proprietario della scuderia, Giulia si trova fra due fuochi: da un lato Loris, che sembra portare solo problemi, dall'altro il campionato GT da vincere per non perdere la casa (il padre l'aveva ipotecata per reperire i fondi per le gare).

Voto

8
Alla morte del padre, la diciassettenne Giulia De Martino, pilota di Gran Turismo, e il suo fratellino vengono affidati al fratello maggiore Loris, tossicodipendente che vive in una roulotte con la compagna tossica. Senza la guida del padre, che era anche proprietario della scuderia, Giulia si trova fra due fuochi: da un lato Loris, che sembra portare solo problemi, dall'altro il campionato GT da vincere per non perdere la casa (il padre l'aveva ipotecata per reperire i fondi per le gare).

“Per vincere bisogna prendere dei rischi”

la coppia De Angelis - Accorsi, Veloce come il Vento

E fu così che l’Italia si scoprì in grado di fare film su supereroi e corse automobilistiche. Se Lo chiamavano Jeeg Robot ha stravinto la sua scommessa, puntando su un supereroe made in Italy capace di intenerire, commuovere, esaltare e divertire un po’ tutte le fasce d’età, questo Veloce come il vento gioca la sua partita sullo stesso terreno dei film hollywoodiani. Un bel rischio, e la sorpresa è che lo faccia senza cedere un centimetro.

Ricordate Rush di Ron Howard, la storia del duello Niki Lauda – James Hunt che ha riscosso un enorme successo qualche anno fa? Ecco, Veloce come il vento non ha nulla da invidiargli in spettacolarità ed emozione.

Matteo Rovere, regista e co-sceneggiatore di Veloce come il vento, ci racconta una storia famigliare complessa e intensa, ma il suo vero capolavoro sta nell’ancorare la vicenda in modo deciso a un territorio, Imola e dintorni, che respira automobilismo da sempre. Ne esce un film genuino e dall’atmosfera paesana, che alterna l’adrenalina della pista a scene spassose – si ride di gusto – e momenti di dramma profondo.

“Hai fatto bene a scegliere Loris, Loris è quello giusto!”

Nei panni di Loris De Martino, ex pilota di rally e tossicodipendente, Stefano Accorsi ci regala forse la migliore interpretazione della sua carriera. Distribuisce battute, strappa risate, crea pathos, ci conduce nel dramma; insomma, detta i tempi del film. Ma se può fare da mattatore il merito è anche di chi lo circonda.

Stafano Accorsi è Loris De Martino in Veloce come il vento

Matilda De Angelis, cantante bolognese al suo esordio da attrice, regge benissimo il ruolo tutt’altro che semplice della diciassettenne orfana con un fratellino di cui occuparsi e un mondiale GT da vincere.

Matilda De Angelis in Veloce come il vento

Quello che impressiona di Matilda non è soltanto la recitazione, sempre credibile e convincente, ma la fisicità che riesce a dare al suo personaggio nelle scene drammatiche e nelle corse in auto. Quando discute con Loris, benché più giovane e donna, l’impressione è che sovrasti anche fisicamente il fratello. Insomma, una grande promessa per il nostro cinema.

Che dire… ad oggi il miglior film italiano dell’anno.

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