Verso sud premiato al concorso Andrea Torresano 2022

7 Nov 2022 | Pubblicazioni | 0 commenti

martino savorani terzo al premio letterario nazionale andera torresano

Sabato 5 novembre sono andato ad Asola (MN) a ritirare il 3° premio del concorso letterario nazionale “Andrea Torresano” di Gilgamesh Edizioni per il romanzo inedito Verso sud.

Lo ammetto: ci sono andato per il piacere di ricevere un riconoscimento, ma le aspettative erano più di stampo turistico, con Mantova a mezz’oretta…
Mi sono dovuto ricredere. Ricredermi è sempre positivo: significa che la realtà riesce ancora a toccarmi, stupirmi, cambiarmi.

L’evento è stata l’occasione per tornare a respirare letteratura e, ancor meglio, incontrare persone che la vivono quotidianamente: l’editore, i giurati, gli altri scrittori premiati. C’era una positività nell’aria che non era dovuta semplicemente all’amenità della circostanza, quanto alla consapevolezza che qualcosa di bello era accaduto: in chi ha scritto, in chi ha letto, in chi ha parlato.

E che sorpresa scoprire che le opere in gara erano ben 200. Insomma, evviva!

Le motivazioni della giuria

Con linguaggio schiettamente contemporaneo il romagnolo Savorani ci racconta di un viaggio che è al contempo reale e di pura introspezione. Michele, il giovane protagonista, si sposta infatti con rapidità da una città all’altra, da un luogo all’altro della penisola, con la febbre e lo stordimento che prendono talvolta chi da tempo cerca sé stesso senza avere quasi più la speranza di trovarsi un giorno. Impossibile, leggendo, non mettersi nei suoi panni e sentirsi come lui inconcludenti, sbagliati, fuori contesto. La trama è apparentemente semplice, non c’è un dettaglio che sia di troppo, mentre sono complesse le implicazioni psicologiche. Michele ci sta a cuore, proprio come un figlio che vive il disagio di non capire il proprio ruolo nel mondo. La modernità dei dialoghi, a volte perfino spiazzante nella sua disinvoltura, rende la narrazione molto credibile, di tipo colloquiale, quasi che a raccontarci di Michele fosse un comune amico al bar. La lettura scorre come un fulmine. Un bel romanzo, una scrittura che conquista.

È una scrittura corsiva, quella di “Verso sud”. In senso etimologico: scorre veloce, oliata dalla focalizzazione interna in prima persona, dall’autoironia, dal ricorso all’abbassamento di registro lessicale e sintattico tipico della colloquialità, che non solo consente ma richiede il linguaggio scatologico o scurrile. È insomma uno dei rari casi in cui a divertirsi sono sia lo scrittore che il lettore. E la trama passa in secondo piano, a favore di un’idea della vita disincantata, umoristica, persino anarchica.

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