La trama di Ninja terminator

Entrando in cronaca, siamo in Giappone dove un ninja nero coi baffetti (foto sopra), che non è esattamente la prima persona che immaginiamo a capo dell’Impero dei ninja giapponesi, assembla una statuetta d’oro che rende le braccia dure come il metallo, capaci di resistere anche ai colpi di katana. Alcuni ninja concorrenti rubano due dei tre pezzi della statuetta, attirandosi l’ira dell’organizzazione.
Da qui in avanti la storia impazzisce. Vengono introdotti due personaggi: Harry (Richard Harrison), il maestro ninja bianco, e Tiger, il suo braccio armato (ma niente armi, solo calci e pugni!).
Harry è una sorta di Obi-Wan Kenobi dei maestri ninja. Vive tranquillamente con la moglie, in attesa di combattere il duello finale.
Tiger è un Clint Eastwood ninja. Formidabile combattente, conosce la sconfitta e la prigionia, ma si libera e li picchia tutti, uno dopo l’altro.
Non riesco a riassumervi la trama, l’ho viso due giorni fa e, come dicevo a inizio recensione, ho già resettato tutto. I ricordi residui sono frammentati e riguardano alcune scene disastrose.
Il dialogo tra Harry e la moglie.
Moglie “C’è il tuo piatto preferito!”
Harry “Granchi al vapore?”
M “Nooo, questa volta ho preparato una cosa veramente speciale: sono granchi ubriacati e sono sicura che ti piaceranno moltissimo!”
H “Ma di che si tratta?”
M “Aspetta un momento, lo scoprirai.”
Il nonsense del dialogo è disarmante. Il fatto che sia un banalissimo scambio di battute di contorno non fa che rafforzare la percezione della sciatteria con cui è stata stesa la sceneggiatura.
Le lotte di Tiger
Tiger trova da menar le mani ovunque vada. Che siano spietati gangster o teneri ragazzotti che giocano a pallone, ogni occasione è buona per far volare calci e pugni.

Ad esempio Tiger chiede a dei ragazzi dove si trova un ristorante e loro, manco custodissero il segreto del sacro Graal, rispondono a colpi di karate. Dopo averli messi ko, Tiger si guarda intorno e… l’insegna del ristorante è esattamente di fronte a lui!

I messaggeri robot
L’Impero dei ninja ha un metodo molto efficace per chiedere la restituzione dei pezzi della statuetta: inviano dei robottini giocattolo che recitano gli ultimatum dell’Impero.

A parte l’assurdità dell’idea – perché proprio dei robottini giocattolo??? – ma se l’Impero sa chi ha rubato i pezzi, perché non manda una squadra di 50 ninja per riprenderseli? Questa domanda mi è sorta spontanea riflettendo a mente fredda sul film, durante la visione ero come sotto ipnosi e sorbivo ogni assurdità come la più logica e naturale.
Il telefono Garfield

Il telefono di Harry è un formidabile modello Garfield. La scelta, pacchiana all’ennesima potenza, è ovviamente priva di ogni legame con la storia e il personaggio. Forse volevano aggiungere un tocco di simpatia, sono riusciti a farci esclamare l’ennesimo “Oh, no, l’hanno fatto davvero!”.

Un film infinito
Ninja terminator dura 90 minuti. Attenzione! Non è così: dura mooolto di più. Il segreto per arrivare in fondo? Non controllare mai quanto manca.
Durante la mia prima e unica visione, dopo un tempo indefinito che a noi è parso lunghissimo, il mio amico ha controllato il minutaggio: erano passati solo 30 minuti. È stato solo grazie alla nostra lunga esperienza di filmbrutti, una ferrea forza di volontà e alcuni bicchieri di un’ottima birra belga ad alta gradazione che siamo riusciti a portare a termine le visione.
Eh sì, perché Ninja terminator è un film dove l’autopunizione raggiunge livelli da cilicio. Non come l’inarrivabile L’uomo puma, ma siamo giusto un gradino sotto. Per questo e tutti gli altri motivi, mi trovo costretto a consigliare la visione di Ninja terminator (per quanto non dovrei consigliarla a nessuno) a un ristrettissimo pubblico che deve soddisfare almeno due delle seguenti caratteristiche:
- essere fan di Bruce Lee
- avere gravi problemi di insonnia
- possedere una buona scorta di bevande alcoliche
PS: Godfrey Ho ha diretto almeno una ventina di film intitolati Ninja qualcosa. Questo è solo uno dei tanti.
PS 2: su Imdb ha un immeritato 4,6 di media voto. Merita non più di 2,5.
PS 3: bellissima la recensione di Cinema Zoo.
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