Ho voglia di un’ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo
Questo titolazzo lunghissimo mi mette un magone terribile, ancor più in questi giorni che è morta da poco Lina Wertmüller, maestra di cinema e di titolazzi memorabili (mica come questo). Ma andiamo avanti.
La prima scena di Ti stramo mi ha lasciato basito. Sarà perché ho iniziato a vederlo totalmente impreparato, senza mentalizzarmi sul fatto che è una parodia demenziale. E la parodia, e il demenziale, quando fanno fiasco, lo fanno all’ennesima potenza – citofonare Chicken park. Però è anche una scena rivelatoria: mette subito in chiaro che il film è una ciofeca di prima categoria, senza se e senza ma.
La trama di Ti stramo
Ti stramo è una parodia di commedie adolescenziali alla Moccia. Abbiamo quindi un ragazzo, Stram, e una ragazza, Bambi: lui è un teppistello, lei una brava ragazza della Roma bene. Si conoscono, si annusano, si cercano, si perdono, si ritrovano. Fine.
La solita storia è raccontata inscenando sequenze bislacche dominate rovinate da personaggi caricaturali, rimbambendo lo spettatore con un frastuono di idee malnate e battute improbabili. Le gag piovono come sassi in autostrada sui poveri spettatori/viaggiatori, che non possono non chiedersi “Perché? Perchéééééé?”.
Se nella prima metà di film l’effetto sorpresa – è davvero così brutto? – tiene desta l’attenzione, nella seconda parte la noia prende il sopravvento, fino agli ultimi venti minuti, dove si impenna il tasso di suicidi.
Il maggior pregio di Ti stramo
L’abbiamo capito, il film fa schifo. Ma ha un pregio enorme per un filmbrutto: è fatto “bene”. Qui non trovate telecamere fuori fuoco, attori che abbaiano o una storia rinvenuta sullo scontrino dell’Eurospin. Non li trovate perché si sono impegnati. Son capaci tutti (o quasi) a partorire film di serie z come fa l’Asylum, ma solo i migliori possono sbagliare un film dall’inizio alla fine facendo tutto – tecnicamente parlando – senza particolari sbavature.
Il pregio, dunque, è che ci hanno creduto. Solo che la parodia non fa ridere. Mai. Neanche per sbaglio. Roba che ti vien voglia di dare l’Oscar alla carriera al regista di Scary movie.
Un filmbrutto desolante
Ti stramo è un film desolante, una pietra miliare della creatività brutta, un fiasco assoluto in grado di far venire la nostalgia del peggior Jerry Calà.
Pino Insegno nei panni di Extramarcio (il padre di Stram) è un personaggio incomprensibile. Maurizio Mattioli, Francesco Pannofino, perfino Umberto Smaila avrebbero fatto meglio, conferendo un’autoironia necessaria al personaggio grazie al loro phisique du role. Pino Insegno invece è completamente fuori ruolo, verrebbe da chiedersi come mai il regista non l’abbia notato… non fosse che il regista è proprio lui, Pino Insegno (con Sodaro… ma chi cazzo è Sodaro?).
Pare comunque che Ti stramo detenga un record: è l’unico film dove le partecipazioni amichevoli sono più numerose degli attori. Oltre a Insegno, il film vanta la partecipazione amichevole di Corinne Cléry, Raoul Bova, Franco Nero, Giampiero Ingrassia, Roberto Ciufoli, Daniele Formica, Luca Lionello e Patrizia Pellegrino. Cosa non si fa per un tozzo di pane! (o dietro ricatto?)
I protagonisti, Marco Rulli (Stram) e Carlotta Tesconi (Bambi), pare non facciano più gli attori: secondo Imdb l’ultima prova di Rulli è nella serie tv Il restauratore (2014), quella della Tesconi risale al 2013 (Provaci ancora prof!). Peccato, perché non sono peggio degli attori che hanno parodiato.
Due perle da Ti stramo
Vi lascio con queste due brevi clip estratte dal film.
Qual è la vostra preferita? Ditelo nei commenti!
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