Qualche anno fa – forse parecchi anni fa – ascoltavo quella ciofeca di The Spaghetti Incident? dei Guns N’ Roses, uno dei più agghiaccianti album di cover che mi sia mai capitato nelle orecchie. Fra tutte le 12 canzoni solo una mi colpì: You Can’t Put Your Arms Around a Memory. Il problema era che l’aveva scritta un certo Johnny Thunders. E chi è costui?
La domanda prese a tormentarmi.
A quel tempo c’era Napster, il peer to peer era agli albori e certe cose non erano immediatamente (e illegalmente) disponibili come al giorno d’oggi. Leggendo qua e là imparai che Johnny Thunders era morto a 38 anni per overdose, a 19 anni era stato tra i fondatori di una band importantissima per il movimento glam-punk – i New York Dolls – di cui però non conoscevo nemmeno una canzone, e poi aveva realizzato altri progetti da solista celebrati dalla critica, eccetera eccetera.
Insomma, avevo reperito un sacco di informazioni senza riuscire ad ascoltare manco un album. Cercai di ordinarli dall’America tramite i negozi di musica, ma risultò impossibile (almeno così mi dissero).
Poi successe qualcosa: su Ebay qualcuno mise all’asta dei cd usati. C’erano anche So Alone di Johnny Thunders e questo New York Dolls. Li acquistai a un prezzo ridicolo e mi si aprì un mondo. I New York Dolls divennero la mia finestra sul punk, sul glam, sull’hard rock e via dicendo.
Una volta digerita la copertina, che sembra riassumere le tracce dell’album (in particolare Personality Crisis, Bad Girl, Looking For A Kiss, Trash e direi anche Frankenstein) la musica è davvero qualcosa di fuori dai coppi: 11 brani immediati come il punk e irriverenti come il glam, che colpiscono come pugni veloci e potenti.
New York Dolls sa reggersi in autentico e spontaneo equilibrio fra i generi, termine di paragone per capire cos’è stato il rock fino al 1973 e cosa è diventato dopo.
New York Dolls (1973) – tracklist
- Personality Crisis
- Looking For A Kiss
- Vietnamese Baby
- Lonely Planet Boy
- Frankenstein
- Trash
- Bad Girl
- Subway Train
- Pills
- Private World
- Jet Boy
Cacchio Martino, mi metti dentro New York Dolls e So Alone (rispetto e venerazione) e niente L.A.M.F.??
E comunque, in The Spaghetti Incident c’è pure una bella versione (facciamo decente) di Ain’t It Fun.
Per L.A.M.F. mi sono svenato con l’edizione deluxe: è ottimo, ma non posso metterli tutti. Chissà, magari in futuro…