
Avete presente il Grinch, il burbero animaletto inventato dal Dr. Seuss che detesta tutto quello che caratterizza il Natale – i canti, l’albero addobbato, i regali, ecc. – e per questo la notte di Natale si intrufola in tutte le case e le svuota di simboli natalizi?
Ecco, io sono il contrario. Non rinuncerei per niente al mondo a quell’aria di gioiosa e innocente festività che si respira nel periodo natalizio.
Quest’anno, però, ci sono stati alcuni inconvenienti dell’ultima ora e buona parte del mio Natale tradizionale stava per saltare. Tante piccole cose hanno rischiato di compromettere il mio Natale, costringendomi a rinunciare agli amici, al pranzo coi parenti, a una serena ma vivace giornata di festa e condivisione.
Mentre scrivo il peggio è stato scongiurato, ma nei giorni scorsi, affacciato sul baratro delle rinunce, mi son trovato a riflettere più seriamente su cosa sia il Natale. Che innanzitutto non è “mio”, ma è per me: non decido io come può o deve essere, ma arriva come un dono, inaspettato o comunque non scontato.
E se questo dono fosse privo di incartamento, senza nastro e senza fiocco, spoglio di tutto? In altre parole, e se il Natale fosse davvero solo la nascita di Gesù?
Mi è bastato pormi la domanda per veder svanire ogni timore di “perdermi” il Natale. Tutto impegnato a sistemare questo e quello, a mettere una toppa a ogni imprevisto e darmi da fare per far accadere il Natale a modo mio, avevo perso di vista l’unica cosa che contava davvero. E come il Grinch alla fine della storia, mi sono sorpreso a scoprire che il Natale arriva lo stesso:
È arrivato senza nastri, senza scatole o panettoni!
È arrivato senza luci, doni o decorazioni!
Perché Gesù quando nasce ci chiama a sé così come siamo: non importa se l’albero è un po’ spoglio, il presepe senza muschio, i capelli arruffati e tutto il resto, le “cose” importanti (famiglia, lavoro, ecc) non sono in perfetto ordine, l’importante è alzarsi e andare a vedere: è nato il Salvatore, è nato anche per me!
Buon Natale a tutti!
Buon Natale allora.
Bella riflessione… Sì, il Natale è una dimensione interiore, di rinascita e cura. L’importante è esserci. I fiocchi si possono anche aggiungere dopo.